VIDEO | Nel convegno organizzato da Nuova Aurea è stato ricordato il rapimento di cui fu vittima, insieme alla madre, nel 1983 quando aveva 9 anni
Tutti gli articoli di Cronaca
Non un convegno sulla legalità qualsiasi, quello di cui è stato relatore il tenente colonnello Rocco Lupini – per la prima volta nella sua Molochio – visto che il comandante provinciale del Reparto dei carabinieri per la biodiversità si trovava a parlare nel paese in cui venne sequestrato quando aveva 9 anni. Il militare è stato accolto, tra gli altri, da Cosimo Sfameli e Gaetano Vaccari, due carabinieri oggi in pensione che in quegli anni parteciparono alle ricerche nella zona aspromontana, e, arrivando nel piccolo centro dove ancora vive la madre – che con lui nel 1983 fu vittima di un rapimento che si concluse con la cattura dei sequestratori – ha voluto esprimere gratitudine. «Per la solidarietà che questa comunità oggi come ieri ha riservato a me e alla mia famiglia – ha detto a margine del convegno – perché anche in quegli anni bui questo paese non ha voluto abbassare la testa».
Di quella esperienza terribile ha parlato Sframeli ripercorrendo le pagine del suo libro “‘Ndrangheta addosso”. «In quell’anno io prestavo servizio a Locri – ha spiegato Sframeli – e ricordo come tutto il paese si strinse intorno a questa famiglia, avviando una raccolta fondi per poter pagare il riscatto e la festa grande che ci fu, quando la notte di Capodanno Rocco venne liberato. Tutte le campane suonarono a festa. In quel periodo, in contemporanea ci furono altri 6 o 7 sequestri, alcuni finiti male, e molte stragi di mafia, che videro morire diversi carabinieri, come nel caso della strage di Razzà».
Intense testimonianze, quindi, nel convegno “Legalità: modus operandi per produrre bellezza. Territorio – Stato – Chiesa e Società civile”, organizzato dall’associazione culturale “Nuova Aurea”, tenuto nel salone della Casa del pellegrino.
Nell’incontro, moderato dal direttore del Corriere della Piana Filomena Scarpati, hanno relazionato anche il vescovo Francesco Milito e il viceprefetto vicario Maria Stefania Caracciolo. Dopo la lettura di una riflessione sul senso della legalità e l’importanza di perseguirla da parte dello studente Alessio Iacopino, i lavori si sono aperti con l’intervento della presidente Annunziata Macrì e sono proseguiti con i saluti del sindaco Marco Caruso. Sia il vescovo che Sframeli hanno convenuto sulla necessità di affiancare alla legalità la giustizia.