«Domani accoglierò, insieme al Prefetto di Cosenza e al Presidente della Regione, il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e il Presidente dell’Albania Ilir Meta nella splendida cornice del collegio italo-greco di Sant’Adriano a San Demetrio Corone». Lo scrive in una nota il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci.

Intatta l'identità delle popolazioni albanesi

«La visita dei due capi di stato si colloca nell’ambito della commemorazione di Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe albanese che si oppose all’avanzata turca. Non è un caso che la nostra provincia ospiti un evento così importante: il nostro territorio conta ben 23 comunità arbëreshë che nei secoli hanno mantenuto intatta la loro identità. Sono molto orgoglioso di poter partecipare al ricordo di questa celebre figura – aggiunge Iacucci - a cui le nostre comunità albanesi sono molto legate, e di portare il saluto della Provincia al presidente Mattarella che, come ho avuto modo di ascoltare anche a Rimini, ha grande attenzione e sensibilità verso i problemi degli amministratori locali». 

Riflettere sul patrimonio culturale del Mediterraneo

«L’occasione è sicuramente utile anche per riflettere su come le complicate vicende storiche che hanno agitato il Mediterraneo nei secoli scorsi ci abbiano lasciato un enorme patrimonio culturale, letterario, artistico, linguistico e su come gli eredi di Scanderbeg da oltre mezzo secolo rappresentino uno straordinario caso di integrazione riuscita. Parlare di integrazione è attualissimo in tempi in cui vengono messi in discussione quei valori di libertà e di accoglienza che dovrebbero rappresentare l’Occidente. Oggi, negli Stati Uniti d’America si tengono le cosiddette elezioni di Mid Term, di metà mandato, in un’America in cui la statua della libertà oggi convive con un altro simbolo, ben più triste, un muro di confine con il Messico».

La funzione educativa della storia

«Tutto ciò – sottolinea il presidente della Provincia - ci ricorda come viviamo in tempi di grande contraddizione. Anche quello che sta accadendo in Italia non può lasciarci indifferenti: dalle paventate chiusure dei centri Sprar, alle politiche di sicurezza e al dilagante razzismo per cui si finisce addirittura per fare ironia su Auschwitz. La storia degli arbëreshë di Calabria – ha concluso Iacucci - può ancora insegnarci tanto e se la Storia ha una funzione educativa credo che il messaggio delle celebrazioni di questi giorni, e di domani in particolare, possa essere proprio questo: che l’integrazione è possibile e che la diversità è sempre un valore aggiunto».