La Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per 30 persone nell’ambito del procedimento denominato Secreta Collis, incentrato sull’esistenza di due gruppi criminali a Catanzaro, uno dedito al traffico di droga e un altro al traffico di armi.

Gli imputati

Nel documento vergato dal procuratore facente funzione Vincenzo Capomolla, dal procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e dai sostituti Veronica Calcagno e Antonio De Bernardo, si chiede il rinvio a giudizio nei confronti di Domenico Rizza, classe ’56; Vincenzo Rizza, classe ’84; Marco Riccelli, classe ’89; Emanuele Enrico Le Pera, classe ’96; Manuel Argirò, classe ’81; Massimo Longo, classe ’69; Raffaele Iriitano, classe ’69; Francesco Agostino, classe ’68; Vittorio Gentile, classe ’74; Sergio Rubino, classe ’77; Giuseppe Caroleo, classe ’73; Angelo Posca, classe ’70; Salvatore Tedesco, classe ’93; Giuseppe Caliò, classe’99; Rosario Caliò, classe ’86; Vittorio Falvo, classe ’91; Andrea Caracciolo, classe ’83; Giampaolo tripodi, classe ’89; Loredana Ferraro, classe ’99; Lorenzo D’Elia, classe ’77; Gaetano Muscia, classe ’64; Santina Pasqualone, classe ’74; Christian Papasidero, classe ’86; Igor Guarino, classe ’83; Alessandro Lanzo, classe ’76; Luca Colao, classe ’84; Valerio Nisticò, classe ’75; Vincenzo Mario Domanico, classe ’76; Massimo Cubello, casse ’64; Carmelo Ripepi, classe 2001.

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L’inchiesta

L’udienza preliminare è stata fissata dal gip Gabriella Pede per il prossimo nove ottobre.
I reati ipotizzati sono, a vario titolo, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e associazione finalizzata al traffico di armi con l’aggravante mafiosa, delitti di porto e detenzione illegale di armi da fuoco e reati in materia di stupefacenti.

L’operazione Secreta Collis, condotta dalla Polizia, è scattata lo scorso 15 gennaio.
L’inchiesta contempla l’esistenza di due associazioni per delinquere: una dedita la traffico di droga e l’altra alla detenzione di armi. Per quest’ultima associazione la Dda di Catanzaro ha individuato l’aggravante mafiosa poiché le armi sarebbero state detenute da appartenenti alla cosca Gagliano di Catanzaro e messe a disposizione delle cosche del distretto. I due gruppi sarebbero stati capeggiati da Domenico Rizza detto Enrico.

Nel collegio difensivo gli avvocati Aldo Ferraro, Gregorio Viscomi, Domenico Pietragalla, Daniela Scarfone, Michelangelo Miceli, Gianmichele Bosco, Domenico Bennato, Daniela Costa, Alessandro Guerriero, Salvatore Iannone, Antonio Ludovico, Francesco Gambardella, Stefano Nimpo, Antonello Talerico.