L’ex governatore afferma di comprendere le «ragionevoli perplessità» che ha suscitato la spesa di 2,6 milioni di euro per sponsorizzare un mega villaggio natalizio nel capoluogo lombardo: «A me per 95mila euro mi hanno mandato a processo» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Accenti canzonatori ci additavano come i soliti “spreconi del Sud” e commentavano il brand “Calabria Straordinaria” cambiandolo in “Cafonata Straordinaria”». Si chiude così il post che l’ex presidente della Calabria, Mario Oliverio, ha pubblicato sui suoi profili social, intervenendo nel dibattito sulla controversa sponsorizzazione, da parte della Regione, di un mega villaggio natalizio, con tanto di pista di pattinaggio, dinanzi la stazione centrale di Milano. Costo: 2,6 milioni di euro. Un’operazione che - scrive Oliverio - ha «suscitato ragionevoli perplessità».
«Intendiamoci – continua - le iniziative di promozione del territorio, delle sue risorse e bellezze sono necessarie per contribuire alla crescita economica del territorio ed in particolare delle attività turistiche. Ciò naturalmente non può impedire valutazioni di merito sulla efficacia e sul rapporto costi/benefici di un investimento pubblico. Ora, se vero che la Regione ha speso 2,6 milioni di euro, sono più che comprensibili i dubbi e le perplessità sollevate da più parti».
Poi, l’ex governatore si toglie qualche sasso rimasto nelle scarpe nonostante la recente assoluzione nel processo in cui era imputato per peculato: «In questi giorni e anche ieri in attesa di salire in aereo, in molti hanno ricordato e raffrontato, la vicenda che mi ha coinvolto del "Festival dei due Mondi di Spoleto" e per cui sono stato rinviato a giudizio per peculato per poi essere assolto con formula piena. 95mila euro sono 1/27 dei due milioni seicento mila euro che la Giunta Occhiuto avrebbe deciso di spendere per l’allestimento di una pista di pattinaggio a Milano».
Poi, la chiosa finale: «L’ho vista proprio ieri, mentre passavo per prendere il treno per Malpensa. Mi sono fermato. Le considerazioni che ho sentito mi hanno rattristato. Accenti canzonatori ci additavano come i soliti “spreconi del sud” e commentavano il brand “Calabria Straordinaria” cambiandolo in “Cafonata Straordinaria”».