«Aspettavamo l'introduzione di questa normativa da quasi un ventennio. La riforma Cartabia ha pensato che il notariato possa essere utile nella deflazione dell'attività giurisdizionale soprattutto nel tema della volontaria giurisdizione». Lo ha detto il presidente del Consiglio Nazionale del notariato, Giulio Biino, partecipando a Catanzaro al convegno sugli effetti della riforma Cartabia sulla categoria notarile. 

Grazie alle novità introdotte con la legge i professionisti possono autorizzare la stipula di atti pubblici o scritture private che coinvolgono minori o persone interdette. «È una riforma attesa da tanto tempo e che ha visto la luce da pochissimo» ha spiegato il componente del Consiglio nazionale, Rocco Guglielmo. A Catanzaro i notai si sono ritrovati per fare il bilancio dei primi mesi di attività, dopo l'entrata in vigore della riforma, avvenuta alla fine di febbraio.

«Tutto sommato è andato molto bene - ha chiarito Guglielmo - si è avviato un rapporto proficuo di collaborazione con la magistratura. Si stanno mettendo a punto le interpretazioni più dubbie che la norma lascia ancora aperte ma con la buona volontà e la buona disponibilità della magistratura sicuramente nel breve periodo anche queste verranno superate».

Il notaio assume quindi una funzione anche sociale ampliando lo spettro delle sue competenze: «Credo moltissimo nella necessità che il notariato sia sempre al passo coi tempi e credo che la nostra grandissima sensibilità verso tutto ciò che il mondo digitale e le innovazioni tecnologiche abbia dimostrato che il notariato è una professione che guarda al futuro».