La replica delle organizzazioni sindacali alle dichiarazioni del presidente che in una trasmissione televisiva aveva indicato le poche visite domiciliari tra le cause del sovraffollamento dei pronto soccorso
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«Leggiamo con profonda delusione le dichiarazioni del presidente della Regione, Occhiuto che, dopo una relazione condivisibile che richiama i mancati investimenti nei servizi territoriali, indica le cause dei disagi dei pronto soccorsi calabresi, nelle, a suo dire, poche visite domiciliari effettuate dai medici di famiglia». Lo si legge in una nota a firma dei segretari regionali Fimmg, Rosalbino Cerra; Smi, Sinibaldo Iembolo; Snami, Stillitano Mariella; Cgil, Francesco Masotti; Fmt, Francesco Esposito.
«La categoria premiata da commissari indipendenti per l’impegno avuto nel Covid, sempre vicina alle esigenze dei cittadini, non merita accuse generiche e assolutamente non giustificate dai dati. In Calabria infatti, ogni giorno, i medici di medicina generale visitano mediamente 21mila pazienti in codice bianco. Su 21mila pazienti visitati ogni giorno dai medici di famiglia (nella contabilità non viene considerata la continuità assistenziale) solo 360 cittadini si recano autonomamente, in pronto soccorso, per codici bianchi».
«Il presidente converrà che i numeri sono assolutamente risibili e non corrispondono alla realtà che ha descritto. I motivi che portano i cittadini a rivolgersi al pronto soccorso per patologie non gravi sono da ricercarsi nelle interminabili liste d’attesa, per esami diagnostici che in realtà dovrebbero essere eseguiti in pochi giorni: ecografie, visite cardiologiche esami strumentali di 1 livello.
Chi ha soldi paga e si rivolge al privato, chi non può, e sono tanti, cerca disperatamente di risolvere il problema e saltare le lunghe attese rivolgendosi al pronto soccorso. Li vediamo noi, i nostri pazienti nei giorni successivi, con la delusione di non avere avuto neanche lì una risposta.
Oltre dieci anni di commissariamento ci hanno ridotto in queste condizioni e non hanno migliorato la sanità calabrese. La realtà è che i nostri pronto soccorso, hanno carenze di organico, sia medico che infermieristico, carenze organizzative e strutturali, non degne di un paese civile. I nostri pazienti ci raccontano scene che preferiamo tacere. Situazioni veramente gravissime!
Se la sanità territoriale calabrese non crolla, è proprio grazie al silenzioso, costante, efficace impegno dei tanti medici di medicina generale che continuano, nonostante tutto, a fare il proprio lavoro, con impegno e passione. Pertanto, le organizzazioni sindacali rigettano le accuse infondate e sperano che il presidente riconosca i medici di medicina generale come una risorsa importante, assolutamente non corrispondente alla descrizione fatta nell’intervista».