Per la Procura di Forlì era un vero e proprio metodo quello di Marcello Minenna: distribuire ai politici le auto sequestrate alla criminalità dall’Agenzia delle Dogane per ingraziarseli e accreditarsi. Il dg parla con diversi «esponenti politici e/o alti rappresentanti delle istituzioni», scrive il magistrato inquirente, e assicura la «dazione di auto di rappresentanza che erano in carico all’Agenzia delle dogane e dei Monopoli». Il fatto di assegnare i mezzi era stato oggetto, il 18 ottobre 2022, di una nota del Mef nella quale si sottolineava chiaramente la «non conformità di tale usanza» introdotta da Minenna «di concedere gratuitamente, senza aste pubbliche, auto anche di grossa cilindrata ad esponenti politici e/o alti rappresentanti delle istituzioni». 

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«Gli dovevi dare proprio la Porsche?»

Un appunto della polizia giudiziaria del 4 maggio scorso, tra il 2020 ed il 2022, riporta che Minenna «ha consegnato svariate macchine confiscate dall’Agenzia come se fossero suoi beni personali, in violazione di qualunque normativa di riferimento e con il solo fine di accrescere la propria personale sfera di influenza su esponenti politici e/o alti rappresentanti delle istituzioni». Senza aste pubbliche queste assegnazioni sono «illegittime e produttive di rilevante danno erariale per l’amministrazione pubblica».
Agli atti c’è anche il caso dell’allora ministro del Turismo, Massimo Garavaglia: «… gli ho anche dato una macchina sequestrata», dice Minenna a Pini. Una circostanza confermata da un suo collaboratore che ricorda si trattasse di una Lexus e aggiunge: «Ne diede una anche a Brunetta e a diversi altri ministri in carica». Lo stesso ex ministro dell’Economia, Vincenzo Visco, si stupisce: «Ho capito della distribuzione delle auto, ma a quello gli devi dare una Porsche?». E Minenna: «Enzo perché ognuno si sceglie dal sistema l’auto che vuole».

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La generosità di Minenna con le auto si è manifestata anche da questi parti. Il manager ad esempio ha regalato un'auto sequestrata alla ‘ndrangheta anche al comune di Reggio Calabria il 15 luglio 2021. Il 14 settembre del 2022 Minenna non è ancora assessore regionale, ma incontra alla Cittadella il presidente Roberto Occhiuto nella sua qualità di direttore di Agenzia delle Dogane. Le cronache parlano di un incontro cordiale incentrato su due questioni centrali della Calabria: il porto di Gioia Tauro e il rigassificatore. Ma c’è un particolare di quell’incontro che col senno di poi assume un’altra valenza. Stiamo parlando della consegna al presidente Occhiuto di un’autovettura in comodato d’uso, confiscata alla criminalità organizzata, per le necessità istituzionali della Regione.

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Il ringraziamento di Occhiuto e la Maserati confiscata 

«Ringrazio il direttore dell’Agenzie delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna. La consegna alla Regione Calabria di un’autovettura confiscata alla criminalità organizzata – disse il presidente Occhiuto – è un gesto dall’altissimo valore simbolico, che la nostra amministrazione apprezza e che rappresenta la presenza concreta dello Stato anche in un territorio complesso come il nostro. Voglio manifestare il mio apprezzamento per lo straordinario lavoro che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, un’assoluta eccellenza nella pubblica amministrazione, sta svolgendo in Calabria». 

L’auto è un Maserati bianco di grossa cilindrata che ancora oggi sosta nei parcheggi sotterranei della Cittadella. A quanto ci risulta la vettura non si è mai mossa da lì e Occhiuto ha sempre viaggiato su un Audi Q8 di sua proprietà. Resta il dubbio se la consegna sia stata legittima o arbitraria da parte di Minenna.

L'assessorato che gli è costato i domiciliari

Dopo qualche mese il burocrate viene nominato assessore regionale in Calabria, una circostanza che ha finito per costargli i domiciliari perché come scrive il gip di Forlì, il Minenna «ora ricopre un altro incarico, altrettanto rilevante e prestigioso, essendo egli divenuto assessore nella giunta della regione Calabria con una molteplicità di deleghe di assoluto rilievo, tra cui ambiente e tutela del territorio, programmazione, pianificazione e gestione del ciclo dei rifiuti e delle risorse idriche», fino ad arrivare alla «gestione delle risorse dei soldi legati all’attuazione del Pnrr per la Regione Calabria». Grazie a tutte queste deleghe, scrive il gip, Minenna continuerebbe a esprimere «l’autorevolezza necessaria per influire sulla condotta dei funzionari operanti all’interno dell’Agenzia delle dogane». Come dalla Calabria Minenna possa inquinare le prove o reiterare il reato, però, resta tutto da provare.