Le ragioni del cuore contro le ragioni di un giudice che ha deciso di affidare a un istituto per orfani il piccolo Francesco Dai, 9 anni, il bambino di origini cinesi che la città di Pizzo ha adottato dopo l’improvvisa morte del padre avvenuta il 22 aprile scorso. Temporaneamente affidato al sindaco Gianluca Callipo, il piccolo ha vissuto le ultime settimane in una famiglia di Pizzo, con mamma Annamaria e mamma Teresa, due donne che si sono prese cura di lui sin dalla tenera età, sin dal giorno in cui è stato abbandonato dalla madre. Francesco è cresciuto in piazza della Repubblica, accanto al padre che con la sua bancarella di giocattoli si guadagnava da vivere.

 

In attesa dell’udienza fissata per metà luglio, nel corso della quale il bambino potrebbe essere dichiarato adottabile qualora la madre non si presenti a rivendicare la responsabilità genitoriale, il Tribunale dei minorenni di Catanzaro ha deciso per l’affidamento a una struttura individuata dall’Asp.

 

 

Contro questo provvedimento si è mobilitata la città di Pizzo, che ieri si è stretta attorno alle due mamme che da anni si prendono cura del bambino, seguendolo nella crescita e nel percorso di studi. Davanti al monumento simbolo della cittadina turistica del vibonese, il sindaco e la sua giunta, il parroco, le maestre di Francesco, i compagni di classe del piccolo Dai accompagnati dalle loro mamme e tanta gente comune. Un bambino mostra uno striscione dedicato a Francesco. Occhi lucidi e volti tristi.

 

«La legge va rispettata», commenta il sindaco, che non nasconde comunque l’amarezza per una decisione che, di fatto, strappa il bambino ai suoi affetti e alla sua quotidianità. «Anche la legge del cuore dovrebbe essere tenuta nella giusta considerazione...», aggiunge il parroco del duomo di San Giorgio, interpretando il sentimento dei presenti.

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A giorni il piccolo dovrà lasciare la sua città. Ma non sarà un addio. La speranza di Annamaria e di Teresa è che, terminato l’iter giudiziario, Francesco torni nella sua Pizzo per restarci. La disponibilità ad adottarlo è già stata avanzata da più parti e immaginare che le autorità preposte alla sua tutela non ne tengano conto è davvero difficile. Per ora, però, prevale la tristezza e lo sconforto per una decisione che sembra ignorare una realtà evidente a chiunque conosca la città, che ha sempre considerato il piccolo Dai un suo figlio.


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