Su 1530 telefonate effettuate dagli operatori della Croce rossa in Calabria per invitare il campione selezionato dall’Istat a sottoporsi all’indagine sierologica sul Covid-19, ben 1005 non hanno risposto al telefono o hanno chiesto di essere ricontattati. 195 sono coloro che hanno rifiutato e solo 330 gli appuntamenti fissati, molti dei quali non sono stati onorati.

 

In linea con quanto sta avvenendo nel resto d’Italia, anche la nostra regione non sembra essere interessata all’indagine sierologica promossa dal Ministero della Salute e Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana. Un vero e proprio muro è sicuramente costituito dal numero fisso da cui partono le chiamate da Roma e che fa pensare si tratti di un call center, inducendo a non rispondere al telefono. Ma così l’esito dell’indagine è a rischio perché quello messo insieme dall’Istat è un campione elaborato con criteri specifici e scientifici.

L'indagine sierologica

L’obiettivo dei test è capire quante persone hanno sviluppato gli anticorpi al coronavirus, anche in assenza di sintomi, per potere poi arrivare a stimare le dimensioni e l’estensione dell’infezione nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcuni fattori quali il genere, l’età, la regione di appartenenza, l’attività economica. Il disegno del campione effettuato dall’Istat prevede l’osservazione di 150 mila individui sull’intero territorio italiano, 7900 in Calabria.

I dati in Calabria 

In provincia di Catanzaro ad ora sono stati 78 gli appuntamenti fissati, 28 coloro che hanno rifiutato, 143 quelli che non hanno risposto al telefono o hanno chiesto di essere ricontattati. Nel Cosentino gli appuntamenti fissati salgono a 121, ma crescono anche coloro che non hanno risposto( 445) e i rifiuti (97). A Crotone 33 i prelievi concordati, 13 i rifiuti, 63 coloro che non sono stati raggiunti. A Reggio Calabria gli operatori della Croce Rossa sono riusciti a fissare 84 test, scontrandosi con 49 rifiuti e 332 tentativi di contatto falliti. Infine a Vibo Valentia, 21 gli appuntamenti fissati, otto i rifiuti e 22 le persone non raggiunte.

 

Intanto, si lavora nelle guardie mediche per effettuare i prelievi del sangue necessari a riscontrare gli antigeni. I prelievi vengono inviati a Crotone, Castrovillari e Reggio Calabria. Qualora venisse riscontrata una positività, il paziente verrà messo in quarantena in attesa del tampone che dovrà confermare la presenza o meno del virus. Un’indagine importante che punta in particolare a scoprire chi ha debellato il virus magari senza saperlo o gli asintomatici per riuscire a mettere a riposo un virus che sta riservando parecchie sorprese anche a virologi ed epidemiologi.