VIDEO | Da Berlusconi al Pd, in tutto il Paese torna la propaganda tradizionale. Solo a Vibo, il candidato a sindaco non gradisce. Una falsa polemica, innescata in questi giorni: per lui la pubblicità elettorale è più importante dei gravi problemi che attanagliano una delle ultime città d’Italia
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Il candidato a sindaco di Vibo Unica nei giorni scorsi aveva parlato di violazione della legge elettorale in materia di affissioni di poster 6x3. Le norme invece parlano chiaro: la pubblicità è vietata dal trentesimo giorno antecedente la data delle elezioni come dimostrano le campagne riprese sui maggiori quotidiani nazionali.
Il Sole 24 Ore sottolinea il «ritorno dei 6x3», con i volti dei leader in primo piano.
«La rivincita dei 6x3 la guida Berlusconi…», titola invece Repubblica, che annuncia «una campagna elettorale vecchio stile». Il quotidiano rimarca: «Dopo il calo delle politiche le città di nuovo tappezzate di maxicartelloni… E c’è chi ha cominciato a Natale». Già, Berlusconi e il centrodestra hanno iniziato da un pezzo. Ma su scala nazionale è partita anche la campagna del Partito democratico.
A Vibo Valentia, unico capoluogo di provincia calabrese chiamato alle elezioni amministrative, la campagna sui 6x3 diventa invece una sorta di caso in ragione delle doglianze reiteratamente espresse dal candidato a sindaco Stefano Luciano.
D’altronde siamo, sì, a Vibo Valentia, città capoluogo di una provincia ultima in Italia per qualità della vita, nella quale l’impiantistica pubblicitaria per “qualcuno” è il “grande problema”. Più grande, evidentemente, dell’acqua non potabile, dei servizi che non ci sono, del degrado, della disoccupazione, del crimine organizzato, del racket delle estorsioni...
E’ qui che Stefano Luciano si candida a diventare sindaco, concentrando in questa fase la sua campagna più sui manifesti che sulle emergenze di una città amministrata fino a qualche mese fa da un sindaco che contribuì a far eleggere e nella quale - benché sia stato per lungo tempo perfino presidente del consiglio comunale - non è che il suo sforzo per darle un po’ di decoro sia stato granché percepito…
Tra l’annunciata abolizione dei parcheggi a pagamento, alla cui istituzione a suo tempo non si oppose, e le visite tardive nei quartieri degradati, Luciano incalza sui social: violata la legge, tuona. Quindi in Italia tutti – da Berlusconi a Gioia Meloni, fino ai democratici – sono dei fuorilegge?
No. È tutto in regola. Lo smentiscono anche il Sole 24 Ore e Repubblica. Per dirla con Humphrey Bogart «è la campagna elettorale, bellezza…».