Quante vite può vivere una sola persona? Cetamente più di una. Ne è la prova la storia di Maurizio Coluccio, 49 anni ed ex poliziotto, che il prossimo 31 ottobre si addentrerà nel terzo capitolo della sue esistenza.

 

Il secondo è cominciato nel 2013, quando, a soli 42 anni, ha dovuto lasciare il suo lavoro perché ha scoperto di avere una malattia rara, anzi rarissima, al punto da risultare l'unico al mondo ad esserne affetto: sindrome di Cogan in forma atipica, patologia autoimmune e degenerativa, i cui sintomi, ma in forma più lieve, accomunano soltanto altre sette persone in tutto il globo terrestre. Grazie alla generosità del web, tra quattro giorni, Maurizio volerà a Cancun, in Messico, per tentare il tutto per tutto e sottoporsi a cure sperimentali.

 

L'appello tre settimane fa

A inizio mese, Maurizio aveva contattato la redazione di LaC News24 per rivolgere al popolo del web un appello disperato, quelli di aiutarlo a raccogliere la crifra necessaria per poter raggiungere la clinica privata messicana, dove già nel 2014 e nel 2015 lo avevano sottoposto con successo a un autotrapianto di cellule staminali.

 

Non c'è cura alla sua malattia, gli hanno sempre detto chiaramente i medici, ma con i trattamenti mirati il decorso potebbe comunque subire una brusca frenata, come effettivamente accaduto in passato. Peccato che, dopo la seconda operazione, il suo sistema immunitario sia stato messo ko da un herpes Zoster, un virus generalmente innocuo che però può provocare grossi danni in soggetti già fortemente debilitati.

 

E così, poco dopo, il numero di infarti subiti tocca quota 7. Ma non è tutto, perché poco dopo comincia a perdere peso inspiegabilmente, giorno dopo dopo giorno, arrivando a pesare da 84 a 68 chili in meno di 8 mesi.

 

La decisione più dura

Fino al 2014, Maurizio viveva a Praia a Mare, la cittadina tirrenica che gli ha dato i natali. Ma su suggerimento dei medici è dovuto andare via e trasferirsi a Siena, nei pressi dell'ospedale Santa Maria alle Scotte, dove non sono riusciti comunque a individuare le cause della malattia, ma l'hanno tenuta a bada, scongiurando il peggio ogni volta che il paziente calabrese vi è arrivato in condizioni disperate.

 

Adesso il quadro clinico peggiora di ora in ora e i medici italiani gli hanno detto che c'è ben poco da fare. Lui però non si è arreso ed è tornato a bussare virtualmente alle porte della clinica messicana per chiedere aiuto.

 

Nemmeno qui sanno ancora come curare la sindrome di Cogan in forma atipica, ma ci sono delle cure sperimentali che farebbero ben sperare. Maurizio ha valutato tutti i pro e i contro di un trasferimento e anche se andare a Cancun significherà restare solo per settimane, forse mesi, ha deciso: partirà.

 

La raccolta fondi

L'appello di Maurizio lanciato dalle colonne del nostro giornale fa il giro del web. In pochi giorni gli internauti fanno arrivare l'asticella delle donazioni a 2.200 euro, esattamente quelli che servivano per organizzare la partenza. Maurizio, successivamente, contatta l'agenzia di viaggi e prenota: il volo della speranza partità da Milano il prossimo 31 ottobre.

 

«Grazie a tutti»

Nei giorni scorsi Maurizio ha fatto tappa nel suo paese natale per salutare amici e parenti prima della partenza. Non solo, ha voluto incontrarci di nuovo, stavolta per ringraziare le persone che hanno contribuito alla raccolta fondi, donandogli la speranza di poter aggiungere vita ai suoi anni. 

 

«Grazie per quello che avete fatto - ha deto Maurizio -, grazie ad ognun di voi e al singolo seme che avete piantato».