Il procuratore aggiunto di Palermo non ama i riflettori della ribalta mediatica, mentre il padre dal 1988 in poi ricoprì importanti cariche pubbliche
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Paolo Guido fattivamente è colui il quale ha seguito passo dopo passo l’evoluzione delle indagini per la cattura del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Di lui in queste ore abbiamo raccontato tanto ma non tutto. In magistratura dal 1995, l’attuale procuratore aggiunto di Palermo ha sempre lavorato lontano dalla Calabria, sua terra d’origine. Acri è la città in cui sono nati i suoi genitori, dove affondano le sue radici, ma Cosenza è il luogo in cui è vissuto, dove ha coltivato sin da giovane la cultura della giurisdizione, dilettandosi con gli amici, dopo i consueti studi pomeridiani, a giocare a calcio. Dicono di lui che fosse, e che lo sia ancora oggi, un ottimo centrocampista, uno dai piedi buoni. Amante del mare e molto legato alla famiglia. Un servitore dello Stato a cui non piacciono le telecamere. Non si ricordano infatti interviste rilasciate agli organi d’informazione se non quella di ieri in conferenza stampa alla presenza del procuratore capo Maurizio De Lucia e dei vertici dell’Arma dei carabinieri. Insomma, un passaggio obbligato visto il clamore mondiale dell’arresto dell’ultimo boss stragista di Cosa Nostra.
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Ma la famiglia Guido, da sempre, è stata al servizio dello Stato. Il padre Alfonso ha rivestito cariche importanti, soprattutto a cavallo tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta. Nella banca dati della Gazzetta Ufficiale spuntano infatti due documenti che proponiamo in via esclusiva. Il primo riguarda la costituzione della Provincia di Vibo Valentia, il secondo invece dello scioglimento dell'unità sanitaria locale n. 9 di Cosenza.
Il padre del magistrato Paolo Guido costituì la Provincia di Vibo Valentia
È il 5 maggio del 1992, due settimane prima dell’attentato mafioso di Capaci al procuratore Giovanni Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta, quando l’allora ministro dell’Interno Vincenzo Scotti, nominò Alfonso Guido, all’epoca viceprefetto con funzioni di vicario alla Prefettura di Cosenza, commissario con il compito di curare ogni adempimento connesso alla istituzione della nuova provincia di Vibo Valentia.
Lo scioglimento dell’unità sanitaria locale n. 9 di Cosenza
Quattro anni prima, precisamente il 16 novembre del 1988, il capo del Viminale Antonio Gava, rilevando che “gli organi dell'unità sanitaria locale n. 9 di Cosenza si sono dimostrati incapaci di provvedere, nei termini prescritti dalle norme vigenti, al fondamentale adempimento dell'approvazione del bilancio di previsione del 1988”, a seguito della proposta di scioglimento dell'assemblea dell'Associazione intercomunale della citata unità sanitaria locale, disponendone nel contempo la sospensione, propose “la nomina di un commissario straordinario per la provvisoria gestione dell'unità sanitaria locale stessa nella persona del dott. Alfonso Guido con i poteri del presidente, del comitato di gestione e dell'assemblea, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge”. Da ieri dunque la storia professionale del magistrato calabrese Paolo Guido rimarrà scolpita nella memoria della Repubblica italiana.