La storia di Anastasia è un inno alla speranza, di quelli che squarciano il cielo scuro della guerra con la forza dei colori dell'arcobaleno. Occhi azzurri arrossati dal pianto, 28 anni, una laurea in tasca, madre di due figli e in attesa del terzo, , la giovane già alla 39ma settimana, quando le bombe sono iniziate a cadere sull'aeroporto di Leopoli, a un tiro di schioppo dalla sua abitazione in Ucraina, lo scorso 24 febbraio ha raccolto dentro una valigia un angolo della sua esistenza per raggiungere la madre in Italia, a Cosenza, insieme al resto della famiglia.

Tre giorni di viaggio 

Un viaggio lungo duemila e cinquecento chilometri: tre giorni in auto quasi senza riposare, fino all'arrivo sabato notte all'ospedale dell'Annunziata dove la ragazza, accolta dai sanitari, ha partorito uno splendido maschietto di tre chili e seicento grammi. Il piccolo sta bene, la mamma non ha avuto alcuna complicazione. Ma ha il cuore spezzato: «Non volevo dare alla luce Mikhail nel pieno del conflitto - dice, visibilmente provata dalla tensione e dal dolore per l'evolversi della guerra nel suo Paese - Avevo paura anche per i miei figli. Non sapevo se avremmo avuto ancora l'elettricità o qualcosa da mangiare. Qui abbiamo trovato un'accoglienza meravigliosa ed un porto sicuro». Ecco l'intervista rilasciata al nostro network: