Molto si sta muovendo in questi giorni nella disastrata sanità calabrese. Sembrano aprirsi per il settore concrete possibilità di rilancio, ma anziché fare fronte comune la politica calabrese, more solito, litiga, spaccandosi sulle solite logiche da campanile.

Almeno questa è l’idea di Carlo Guccione, ex consigliere e assessore regionale, da sempre attento al tema.
«Ancora una volta la Calabria dimostra di essere incapace di fare sistema - dice - Le polemiche e il riaffiorare del solito campanilismo che ha nuociuto molto alla nostra terra offusca le potenzialità che si stanno aprendo in questo fine anno per la sanità calabrese».

Non mi pare che i dati economici del comparto siano tranquillizzanti…
«Saremo di nuovo sottoposti al piano di rientro per altri tre anni, fino al 2025. Con questi arriveremo a 15 anni di commissariamento senza nessun miglioramento sul fronte dei conti o dell’assistenza»

Il suo ottimismo allora da cosa deriva?
«Nessuno parla della grande occasione che abbiamo, attraverso il protocollo d’intesa licenziato dalla commissione paritetica e alla firma del presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto e dal Rettore della Magna Grecia De Sarro, di avere finalmente la fusione per incorporazione dell’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio e il policlinico universitario Mater Domini. Da qui nascerà l’azienda universitaria-ospedaliera “Dulbecco” con circa 900 posti letto ad alta complessità di cura e assistenza. Questo polo farà fare un salto di qualità alla nostra sanità e diventerà un punto di riferimento per tutto il Mezzogiorno, capace di attrarre pazienti anche dalle regioni limitrofe per la qualità delle cure offerte»

Questa storia l’abbiamo già sentita, adesso ci siamo davvero?
«In questo momento il protocollo è alla firma di Occhiuto e De Sarro. Una volta sottoscritto dovrà essere inviato al Miur e al Mef per l’approvazione e poi finalmente questa nuova azienda diventerà realtà»

Allora perchè abbiamo fatto Medicina all’Unical?
«Questa è l’altra grande novità di queste ore. Il Coruc, superando antiche divisioni, ha stabilito, senza togliere nulla a nessuno, di assegnare sette nuovi corsi di laurea alla Magna Grecia e la costruzione di un ospedale veterinario (uno dei corsi da avviare è appunto Veterinaria) a Catanzaro a spese della Regione. C’è poi il corso di Medicina e Chirurgia interateneo avviato fra l’Unical e la Magna Grecia con una convenzione del 2021. Vorrei sottolineare che questo corso continuerà a funzionare anche in presenza del corso di Medicina e Chirurgia deliberato dal Coruc per l’Unical in convenzione con l’azienda ospedaliera di Cosenza. Questo non comporterà una diminuzione dei posti a Catanzaro, quelli di Cosenza saranno posti in più rispetto gli attuali»

E perché tutto questo dovrebbe costituire una svolta per la sanità calabrese?
«Perché assicurare una maggiore qualità  delle prestazioni ospedaliere, della ricerca, nella formazione e integrazione fra didattica e assistenza ci permetterà di avere prestazioni ad alta ed elevata complessità assistenziale. Vorrei aggiungere che nel protocollo d’intesa per l’azienda Dulbecco è prevista anche di valutare l’iter e la realizzazione di un istituto di ricerca (Irccs) che si specializzerà sulla medicina personalizzata di ricerca in ambito multidisciplinare»

Ma tutti questi protocolli non rischiano di lasciare scoperto il territorio?
«No, non resterà scoperto. Grazie al Pnrr attraverso i Cot (centrali operative territoriali), le case di comunità, gli ospedali di comunità che sono già in una fase avanzata per quanto riguarda la progettazione. C’è poi la piattaforma per la telemedicina, di cui si è appena conclusa la gara di affidamento, che ha l’obiettivo di prendere in carico circa il 10% dei pazienti over 65 per le cure domiciliari. Questa è la vera grande riforma che il Pnrr ha imposto alla sanità italiana. Piuttosto la mia preoccupazione è un’altra…»

Quale?
«Quello che mi preoccupa è che tutte queste opportunità non diventino scatole vuote visto che nell’ultima Finanziaria non ci sono risorse per assicurare il personale necessario a gestire queste strutture. Il pericolo dietro l’angolo è che diventino cattedrali nel deserto».

Vabbè abbiamo i medici cubani…
«Mi fa piacere che finalmente siano arrivati i primi medici cubani che adesso per essere operativi dovranno svolgere questo corso intensivo di italiano all’Unical che non sappiamo quanto durerà. Mi piacerebbe anche sapere quando prenderanno servizio i 370 specializzandi che hanno risposto all’avviso pubblico della Regione per essere inseriti nei reparti. Abbiamo bisogno di tutte le energie per affrontare l’emergenza di cui qualcuno si è accorto solo in agosto. C’è bisogno in sanità di risposte concrete a partire dall’avvio dei concorsi. Rispetto al piano del fabbisogno 2022 di tutte le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi sono un migliaio le assunzioni autorizzate. Mi piacerebbe anche conoscere i tempi e i modi di avvio della norma che prevede per la Calabria, dopo l’approvazione del piano operativo 2022/2025, di un piano straordinario di assunzioni previsto nel Decreto Calabria appena prorogato».