Quasi 50 milioni di euro. È questa la somma richiesta e liquidata all’Asp di Cosenza dal dipartimento Tutela della Salute per iniziare a gettare le basi di una nuova architettura integrata per la gestione delle emergenze. Il progetto, ancora in fase di realizzazione, è stato più volte anticipato dallo stesso presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, che già lo scorso anno ha sottoscritto con il ministero dell’Interno una convenzione per l’istituzione della centrale Nue 112.

Incomunicabilità

Una vera svolta – quando sarà effettivamente attivata - per il sistema sanitario calabrese che per ora nella gestione delle emergenze si giova di cinque differenti centrali operative, ciascuna dislocata nelle cinque province con competenza territoriale, dotate di sistemi informativi differenti che non comunicano tra di loro. La prima rivoluzione sarà, infatti, l’accentramento delle funzioni in sale operative gerarchicamente strutturate e differenziate per compiti.

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La centrale 112

Alla centrale operativa con numero unico 112 giungeranno tutte le richieste d’emergenza. Avrà sede al primo piano della Cittadella regionale con l’incarico di gestire il flusso di chiamate in ingresso e con il supporto di tecnologie che consentiranno immediatamente l’identificazione del chiamante e la sua geolocalizzazione.

Centrali di secondo livello

Sulla base della tipologia di intervento, la richiesta verrà poi smistata, ma in continuità e assieme alle informazioni già incamerate, alle centrali operative di secondo livello: al 118 per emergenze sanitarie, al 115 per l’antincendio, al 112 e al 113 per emergenze che riguardano la sicurezza. La sala operativa del 118 che avrà competenze sull’intero territorio regionale, avrà sede sempre in Cittadella, al primo piano ma in locali differenti rispetto a quelli del 112.

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Il numero armonizzato 116117

L’attuale centrale operativa 118 di Reggio Calabria, invece, sarà riconvertita e deputata alla gestione del numero armonizzato unico 116117 con funzioni di coordinamento sull’assistenza territoriale per patologie che non richiedono un intervento in emergenza. Nei fatti, assorbirà le competenze delle ex guardie mediche, gli utenti potranno entrare direttamente in contatto con un operatore capace di fornire anche consulenza medica telefonicamente o pianificare l’invio di un medico: di continuità assistenziale, di medicina generale o un pediatra.

La tecnologia di supporto 

Anche in questo caso, la tecnologia andrà in supporto. L’operatore di centrale sarà dotato di una agenda informatizzata dei medici in servizio che contempla anche i suoi spostamenti. In tal modo potrà inviare quello territorialmente più vicino e adatto alla tipologia d’intervento richiesto. Parallelamente, il medico sarà dotato di un tablet da cui potrà consultare la richiesta di intervento insieme alla scheda di sintesi sulle prime informazioni acquisite e messe a disposizione dalla centrale.

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Disaster ricovery

Il 118 di Cosenza, infine, fungerà da seconda centrale operativa 118 e disaster recovery intra-regionale per le centrali operative di Catanzaro e di Reggio Calabria. Sarà dotata delle stesse funzioni e tecnologie delle altre due e agirà anche in caso di interruzione dei sistemi elettrici e informatici del 118 e del 116117 con l’obiettivo di garantire la continuità del servizio. Una omologa postazione sarà realizzata a Varese, come disaster recovery della centrale unica 112.

Ricollocazione del personale

In tal modo, si eviteranno sovrapposizioni e si favorirà una completa riorganizzazione del sistema, che includerà anche le risorse umane. Gli operatori attualmente impiegati nelle cinque centrali operative potranno scegliere per la ricollocazione nelle nuove sedi.

Verso la fase 1

Con il decreto di assegnazione delle risorse, insomma, ci si avvia verso la fase 1 di riorganizzazione del sistema che giunge però in ritardo rispetto al cronoprogramma più volte illustrato. Nell’ultima riunione operativa convocata in Cittadella a metà dicembre alla presenza, tra l’altro, degli operatori del terzo settore, il presidente della Regione si era sbilanciato in una previsione: «Tre o quattro mesi».

Le risorse

La gestione dell’area dell’emergenza urgenza che inizialmente sarebbe dovuta transitare in capo ad Azienda Zero, nel frattempo, è stata poi delegata all’Asp di Cosenza, attuale beneficiaria delle risorse destinate in parte all’acquisizione di 60 nuove ambulanze e in parte alla realizzazione delle nuove centrali operative.