Il leader del Movimento Diritti civili porta avanti la sua battaglia e lancia una petizione. «Si vuole imporre l'immunizzazione con un farmaco sperimentale che si sta rivelando fallimentare e inefficace. La magistratura intervenga prima che sia troppo tardi»
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Prosegue ormai da mesi la battaglia di Franco Corbelli per l’utilizzo dei test salivari per tutto il personale scolastico e gli studenti universitari che eviterebbe (a chi ha scelto di non aderire alla campagna vaccinale), il tampone molecolare ogni 48 ore. Corbelli la definisce “la battaglia della vita”, la più importante di tutte quelle che ha portato avanti negli ultimi 25 anni. Una rivendicazione che si è concretizzata in una petizione che ha riscosso, in pochissimi giorni, migliaia di adesioni da ogni parte del mondo, anche da insegnanti che operano all'estero, dalla Cina al Canada. Intanto, il leader di Diritti Civili, segnala anche come Facebook, la multinazionale di Zuckerberg, starebbe compiendo una sorta di delazione nei confronti delle sue logiche liberali, bloccando alcuni post semplicemente perché scettici nei confronti del pensiero di massa. Motivo per cui Corbelli ha annunciato che probabilmente abbandonerà il social network nelle prossime ore.
Corbelli: «Un regime dittatoriale»
Franco Corbelli lancia l’ennesimo appello a difesa della democrazia con una certa preoccupazione per quanto sta accadendo: «Nei giorni scorsi è partito l’ordine di bloccare la somministrazione degli screening salivari nelle farmacie, sebbene la loro efficacia, elevatissima, sia stata dimostrata anche dall'Università degli Studi di Milano. Di fatto, siamo ormai in un regime dittatoriale. Fino a pochi giorni fa in quasi tutte le regioni italiane si potevano utilizzare regolarmente i test salivari per avere la certificazione per il rilascio del Green Pass. Ora, all'improvviso e misteriosamente, questo non è più possibile. Vaccino sperimentale o tampone “tortura” , non c’è altra scelta. Pena la perdita del lavoro e dello stipendio e l’impossibilità di accedere alle università per seguire i corsi di studio. Tutto questo è inammissibile!»
«Fermatevi prima che sia troppo tardi»
«Nel nostro paese si stanno calpestando i diritti civili. Si vuole imporre la vaccinazione con un farmaco sperimentale che si sta rivelando fallimentare e inefficace persino nei due paesi simbolo e modello della vaccinazione di massa, Inghilterra e Israele. Come si può -chiosa Corbelli- non tenere conto di alcuni dati catastrofici? Il 90% dei contagiati in Inghilterra sono vaccinati e in Israele 60% dei cosìddetti “immunizzati” ha contratto il Covid. Non bisogna andare nemmeno poi tanto lontano per avere evidenze ulteriori, basta informarsi su quanto accaduto in Abruzzo poche ore fa: in un Hotel è scoppiato un focolaio Covid e il titolare ha sottolineato come il malessere più intenso sia stato patito da chi era addirittura vaccinato con doppia dose e, dunque, munito di Green Pass. Allora perché continuare ad accanirsi contro chi decide di non farsi inoculare un farmaco debole e che ha causato, nella sola Unione Europea, oltre 20mila morti?»
«Un crimine contro l’umanità»
Corbelli è un fiume in piena e dalle sua pagine social, non usa mezzi termini e parla di «un fatto grave e penalmente rilevante» che rappresenterebbe «un crimine contro l’umanità». Per questo motivo, chiede l’intervento della magistratura, in extrema ratio.
«Si è superato il limite, oltre il quale c’è solo il crimine contro l’umanità. La vaccinazione deve essere una libera scelta. Chi si vaccina merita grande rispetto da parte di tutti, ma chi decide diversamente deve essere altrettanto rispettato e non penalizzato e ghettizzato, come purtroppo sta accadendo. Se non lo fa il governo, lo deve fare l’Unione Europea. L’Italia è l’unico Stato membro che ha imposto il Green Pass per il personale scolastico. Un unicuum a livello europeo e chi si oppone viene aggredito, minacciato e discriminato. Mi auguro che qualcuno della magistratura - conclude Corbelli - trovi il coraggio di fare semplicemente il proprio dovere, per porre fine a questo scempio una volta per tutte».