«Questo è solo un episodio di un grande progetto che ci vede impegnati con il capo della polizia, così come ci ha visti impegnati con i vertici dell'arma dei carabinieri. Da questo progetto che ha registrato un grande entusiasmo si è avviata una macchina che nessuno potrà fermare, anche senza Gratteri». Così il capo della Procura distrettuale antimafia, Nicola Gratteri, ha battezzato l'odierna operazione istruita dalla squadra mobile di Crotone e denominata Tisifone che ha portato al fermo di 23 persone accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione, tentata rapina, incendio, porto e detenzione illegale di armi e munizioni e illecita concorrenza con minaccia aggravata dal metodo mafioso.


«Disponiamo di dirigenti di primo piano alla guida delle quattro squadre mobili provinciali, gente che vive di pane e lavoro e che non si fa vedere nei salotti o a passeggiare in barca. La prova della mia convinzione in questo grande progetto - ha continuato Gratteri - è riposta in questi uomini. Questa è un'inchiesta che in altri tempi non si sarebbe potuta portare a termine. Si dice che questa Procura intende criminalizzare il territorio di Isola capo Rizzuto ma non vi è nulla di più falso. Noi amiamo la Calabria, noi non viviamo una vita normale e non daremo tregua a nessuna di queste famiglie di 'ndrangheta. Invito tutti a farsi un esame di coscienza».

 

Luana Costa