Chiesta sentenza di non luogo a procedere per tutte le contestazioni di abuso d’ufficio presenti nel procedimento Lande Desolate nato da un’inchiesta della Dda di Catanzaro che contempla illeciti commessi nelle procedure di affidamento di gara relative a tre grandi opere pubbliche: aviosuperficie di Scalea, l’impianto sciistico di Lorica, nella Sila cosentina, e la costruzione di piazza Bilotti a Cosenza.
In particolare, nel corso dell’ultima udienza, le difese, appellandosi alla recente riforma che ha abrogato il reato di abuso d’ufficio, hanno chiesto il non luogo a procedere per tre capi di imputazione aggravati dal metodo mafioso.

Abuso per un finanziamento integrativo di oltre un milione di euro

Il primo capo di imputazione riguarda il presunto illecito commesso per ottenere un finanziamento integrativo percepito per il tramite della Aeroporto di Scalea srl del valore di oltre un milione di euro. Non solo sarebbe stato arrecato un grave danno alla Regione Calabria ma sarebbe stata agevolata, è la tesi accusatoria, la cosca Muto: nella bacinella del clan, infatti, sarebbero confluiti parte dei proventi dell’azione illecita che coinvolge pubblici funzionari e imprenditori.

Abuso per il pagamento del 100% dei materiali a piè d’opera

Chiesta sentenza di non luogo a procedere anche per l’abuso d’ufficio che vede protagonista l’impianto di risalita di Lorica. In questo caso pubblici funzionari si sarebbero illecitamente adoperati per ottenere il pagamento al 100% dei materiali cosiddetti a piè d’opera, invece del 50%. L’atto per ottenere il pagamento del 100% dei materiali a piè d’opera avrebbe contemplato il fatto che «a causa dei ritardi nel rilascio dei pareri e della incombente stagione invernale, il Concessionario non è più in grado di ultimare le opere né entro il 30/11/2015 né entro il mese successivo»; viene scritto inoltre che «le forniture (relative a seggiovia, telecabina, battipista, impianto di innevamento programmato ecc.), già approntate in stabilimento ed in cantiere, e non ancora impiegate in opera, hanno un valore rilevante rispetto al montaggio, valore che non può essere compensato con il 50% dell’importo indicato».

Abuso per finanziamenti per interventi e opere incompiuti

Infine è stato chiesto il non luogo a procedere per il reato secondo il quale, sempre sull’impianto di Lorica, sarebbero state finanziate e liquidate opere e interventi incompiuti. La Regione Calabria si sarebbe accollata l’intero costo dei lavori e in più sarebbe stato adottato un decreto di liquidazione di 2.900.000 euro a copertura dei lavori apparentemente eseguiti a Lorica.

Su questi tre capi di imputazione il collegio si è riservato di decidere si pronuncerà alla prossima udienza.

Gli effetti dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio

Quello di Lande desolate è un esempio degli effetti dell’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. Non si tratta solo di inchieste che possono riguardare i cosiddetti “raccomandati”, trattati con un occhio di illecito riguardo nel corso di concorsi pubblici, ma abbraccia ogni settore della pubblica amministrazione che spesso maneggia soldi pubblici e gestisce piccole e grandi opere pubbliche.

Come rilevato da un’inchiesta su Dataroom di Milena Gabanelli, sei Tribunali in giro per l’Italia nelle scorse settimane hanno sollevato davanti alla Consulta il possibile contrasto della legge che ha abrogato l’abuso d’ufficio con l’articolo 117 della Costituzione per la possibile violazione degli obblighi derivanti dal diritto internazionale della Convenzione Onu di Merida, e con l’articolo 97 sui principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione.

Dal 1997 al 2000 sono stai oltre 3.600 i condannati per abuso d’ufficio. Un reato spia, il grimaldello per inchieste che si allargano alla corruzione e al peculato. Oggi chi è stato condannato è in attesa di cancellazione dal casellario giudiziario mentre chi è imputato non verrà giudicato da un Tribunale. Ci ha pensato il legislatore politico.