«Cammera ha rinunciato alla prescrizione già con l’atto d’Appello. Questo le deve dare la misura di quanto siamo sicuri dell’infondatezza dell’accusa mossa nei suoi confronti». Si esprime così l’avvocato Massimo Canale nel podcast “Gotha – processo agli invisibili”, nella puntata dedicata al suo assistito, l’architetto Marcello Cammera, ex dirigente comunale del settore Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria. Canale si riferisce all’unico capo d’imputazione per il quale Cammera è stato condannato, ossia il favoreggiamento nei confronti di Paolo Romeo. Ma sull’ex dirigente pendeva un’accusa ben più pesante: concorso esterno in associazione mafiosa. Accusa che si è sgretolata in primo grado con un giudizio di assoluzione che la Dda di Reggio Calabria non ha impugnato.

«Sembra evidente – spiega l’avvocato Canale – che l’imputazione non abbia retto la prova processuale, che è stata rigorosa e ha impegnato accusa e difesa diversi anni per un numero impressionante di udienze. Un confronto serrato, a tratti duro, ma esaustivo. Il dibattimento ci ha consentito di affrontare numerosi temi di prova e dimostrarne l’infondatezza punto su punto. Non vedo come avrebbero potuto coltivare un appello».

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Il processo Gotha, a giudizio dell’avvocato Canale, «dimostra come il nostro sistema penale sia assistito da garanzie che ne assicurano il funzionamento nel rispetto della cornice costituzionale, in cui si sancisce il principio di parità tra accusa e difesa. Questo non succede sempre e di ciò va dato merito a tutte le parti del processo e soprattutto a quei giudici che non fuggono dai propri doveri e si fanno carico di assumere quotidianamente una enorme responsabilità nei confronti di noi cittadini sia per sentenze di assoluzione che di condanna».  

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Quanto alla mancata impugnazione dell’assoluzione, da parte della Dda, il giudizio di Canale è netto: «Se non avessi nei confronti della Procura un enorme rispetto, manifestato anche pubblicamente, sarei tentato di rispondere che si sia trattato di clamoroso abbaglio. Invece la traccia investigativa ha rivelato tutta la propria infondatezza, non appena si è passati dalla fase delle suggestioni e delle congetture con cui ci siamo dovuti confrontare nella fase cautelare. Non dimentichiamo che Cammera ha dovuto scontare due anni tra carcere e arresti domiciliari. Il processo, alla prova dei fatti, ha dimostrato che lui non ha mai favorito alcuna impresa o uomo di ‘Ndrangheta. Abbiamo ricostruito oltre 15 anni di attività di Cammera quale dirigente ai Lavori pubblici. Mi fa piacere che Tribunale abbia avuto la possibilità di apprezzare l’enorme sforzo di cui parlo traducendolo in una sentenza di assoluzione». Per l’avvocato Canale, «nessuno ha negato rapporto amicizia Romeo-Cammera, ma che Romeo abbia potuto sfruttare questo rapporto per condizionare l’operato di Cammera e favorire la ‘Ndrangheta, si è rivelato errato se non addirittura fantasioso».

Marcello Cammera è stato condannato in primo grado solo per un episodio di favoreggiamento nei confronti di Paolo Romeo. L’avvocato Canale è certo e fornisce una notizia: «Cammera ha rinunciato alla prescrizione con i motivi d’appello e ciò le dovrebbe dare la misura di quanto siamo sicuri dell’infondatezza dell’accusa mossa nei suoi confronti. Non mi piace parlare di sentenze in pendenza dell’Appello e ciò impone di non commentarle, ma posso solo dirle che, anche in quel caso, siamo sicuri di poter dimostrare l’estraneità di Cammera all’ipotesi di favoreggiamento di cui si parla in sentenza».