Quando la fabbrica dei dossier guidata dall’ex super poliziotto Carmine Gallo si muove, dà la sensazione di poter arrivare quasi dappertutto. Le ricerche per conto di clienti privati si spingono fino al profondo Sud: l’obiettivo è un uomo nato in Germania e originario della provincia di Reggio Calabria. Un potenziale socio nel settore delle energie rinnovabili vuole sapere se nel passato dell’imprenditore c’è qualche ombra.

Il gruppo di via Pattari 6 si muove con sistemi collaudati: le ricerche nelle banche dati non sono un problema. I magistrati di Milano che indagano sugli spioni di Equalize trovano traccia della raccolta dei documenti: sei accessi alla banca dati di Polizia Sdi che restituiscono qualche notizia preoccupante per il possibile socio. Sono tre notizie di reato: due arrivano dalla Guardia di finanza di Gioia Tauro, una dai carabinieri di Cutro. Ipotizzano presunte truffe legate a investimenti nel settore eolico.

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«Le informazioni – spiegano i carabinieri nell’informativa – veicolate a un privato (…) rappresentano una possibile fuga di notizie che (…) arriva a minare direttamente la riservatezza delle indagini della Procura di Reggio Calabria». Carmine Gallo e l’hacker Nunzio Calamucci, entrambi indagati nell’inchiesta della Procura di Milano, commentano i dati inseriti nel fascicolo del loro target. Il dossier compilato nell'estate del 2023 dà esito negativo: «Direi semaforo rosso». Il motivo è che la vittima del dossieraggio sarebbe parte di una famiglia ritenuta vicina alla ’ndrangheta, anche se non lo si può dire con certezza. Calamucci sembra sicuro di poter costruire il legame con la criminalità organizzata: «Lui è agganciato alla famiglia, te lo dico io al 100%, c’ha un’indagine in corso ok? Per delle tangenti e associazione mafiosa».

Nella conversazione, appuntano gli investigatori, «emerge chiaramente come Calamucci abbia nelle proprie disponibilità delle fonti di primissimo livello ovvero operativi all’interno della Dda di Reggio Calabria». A Gallo dice: «Ti ho girato l’estratto che mi ha mandato l’amico perché non riesce a mandare il tutto», «comunque lui è Dda di Reggio Calabria (…) ti sta facendo l’indagine la Dda di Reggio Calabria».

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Nelle pagine dell’informativa non si va oltre: non ci sono altri riscontri, se non le parole degli indagati, sulla possibilità che la rete guidata da Gallo abbia una “talpa” a Reggio Calabria. L’unico appiglio sono le informazioni veicolate sull’obiettivo di Equalize che, in questo caso, non ha bisogno di infettare cellulari con un trojan. Sono sufficienti le notizie contenute nelle banche dati: (soltanto) in teoria riservatissime. Il dossier costruito dalla società milanese include link ricavati dai siti d’informazione, dati anagrafici che ricostruiscono i legami familiari del target. Gallo osserva il dossier e «sostiene di non poter garantire che» l’uomo «appartenga alla criminalità organizzata in quanto manca documentazione solida in merito».

Il "collega" Calamucci, lo abbiamo visto, si mostra più sicuro e «risponde di avere documentazione della Dia a supporto di quanto scritto» riguardo ai rapporti con la criminalità organizzata. Non più Dda, in questo passo dell’informativa, ma Dia. Di certo poche ore prima dello scambio di opinioni le banche dati vengono interrogate con una nuova motivazione: si cercano informazioni in Sdi e Punto Fisco. Nuova linfa per le teorie di Calamucci: «Ce l’ha documentato la Dia, perché lui è nato a venti minuti da dove è successo il fattaccio». Di più: sostiene «di aver accertato» che il protagonista (suo malgrado) del fascicolo «sia indagato per 416 bis: “Ma è indagato per quell’associazione mafiosa eh”». Fino a oggi sull'uomo finito nel mirino del gruppo di Equalize non sono emerse ufficialmente inchieste. Erano tutte notizie riservatissime, ma non per Gallo e la sua fabbrica di dossier.