Sarebbero stati alcuni capi scout lametini ad impedire con il loro intervento che l’indiano tranciatosi qualche settimana fa la mano con un colpo di accetta perdesse l’arto. Lo rende noto l’esponente del Nuovo Cdu lametino Giancarlo Muraca.

L’uomo, un quarantenne, era stato trasportato d’urgenza a Catanzaro e la mano messa sotto giaccio. Poi il volo in elisoccorso a Palermo dove è stato effettuato un intervento chirurgico di ben sette ore andato a buon fine. Fondamentali i primi soccorsi prestati dai quattro capi scout.

«Si sono adoperati  - spiega Muraca in una nota,- per bloccare la fuoriuscita del sangue, applicando le tecniche conosciute, a modo di laccio emostatico con un cordino, fazzolettone e cintura, l’altro si è adoperato a conservare la mano staccato in un contenitore con ghiaccio e l’altro a contattare il 118 e organizzare i soccorsi».

Il politico elogia l’operato degli scout e a lui si uisce anche Giancarlo Nicotera, presidente della 3° Commissione Consiliare: «un’azione meritoria che è frutto del silenzio, umile e quotidiano bagaglio culturale ed umano dello scautismo e che comprova un alto senso civico ed un esempio da mettere in luce».

L’intervento è stato eseguito il 19 gennaio da una équipe multidisciplinare coordinata dal responsabile di Chirurgia plastica Adriana Cordova e composta dai chirurghi plastici e della mano Francesca Toia, Massimiliano Tripoli, Roberto Pirrello, Matteo Rossi e Pierfrancesco Pugliese, dal professore di Ortopedia Lorenz Camarda, dalla chirurga ortopedica Ornella Ferraro e dagli anestesisti Letizia Scimeca e Daniele Epifanio. In sala anche l’infermiera Stefania Verucchi.