Lo hanno chiamato Salvo. Un nome, una speranza. Spaventato, si aggirava sul monte Sant’Elia a Palmi, nel Reggino. Il cucciolo, aveva il muso stretto con un filo di ferro. I volontari dell’Enpa, sezione Gioia Tauro, lo hanno raggiunto e recuperato. Chissà da quanto tempo non mangiava e non beveva.


La vicenda


Sulla pagina social ripercorrono la vicenda: «Arrivati lì si è fatto prendere senza problemi, aveva gli occhi che imploravano aiuto. Il filo di ferro che gli legava il muso –spiegano ancora - gli ha causato una necrosi e qualche ferita. È stato sedato per non fargli sentire dolore, liberato e ricucito». Ancora molto provato dalle violenze e relative difficoltà fisiche, mangia e beve pochissimo. La ripresa sarà lenta.

I volontari: «Un caso non isolato»

Si tratta dell'ennesimo episodio di crudeltà ai danni di animali in terra calabra. Ma c'è di più poichè non si tratterebbe di un caso isolato. In base a quanto riferito dagli stessi volontari, è il secondo cane trovato in queste condizioni nello stesso posto: «Sporgeremo denuncia. Chi riconoscesse questo cane può contattarci in forma anonima e rimarrà anonimo. Non lasciamo in libertà una persona in grado di fare questo a un essere indifeso» ribadiscono infine. Tanti gli attestati di solidarietà ed i messaggi di condanna per la barbarie cui è stata sottoposta  la bestiola da parte degli utenti e degli stessi cittadini. C’è chi invoca maggiori controlli sul territorio, chi rimarca il ripresentarsi di “un rituale” già visto nella località reggina. E in attesa che il responsabile o i responsabili vengano individuati, si spera che Salvo, una volta guarito, possa finalmente trovare un po’ di tranquillità e una famiglia in grado di amarlo e accettarlo come merita.

 

Il video del ritrovamento sulla pagina Fb dell'Enpa Gioia Tauro