«Infiltrarsi e inquinare». La cosca Anello-Fruci si inseriva, è la determinazione della Dda di Catanzaro, anche negli appalti pubblici in quei Comuni sui quali aveva esteso il proprio controllo. Il sistema era collaudato e lo ha spiegato il pubblico ministero Romano Gallo nel corso della requisitoria del processo Imponimento che si sta tenendo nell’aula bunker di Lamezia Terme: «Infiltrarsi nella gestione di appalti pubblici, determinare le sorti delle gare e successivamente regolare, a valle, i rapporti tra il vincitore e altri operatori ai quali viene imposto un subappalto».
I sostanza, spiega il pm Romano Gallo, «tu vinci la gara poi prometti e ti impegni a dare in subappalto alla ditta X che quindi prospera all’interno di questo sistema e non figura nelle carte del procedimento pubblico».

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Il ribasso in extremis di Serratore

Uno dei casi nominati da Gallo è quello dell’affidamento dei lavori di realizzazione di un albergo diffuso nel territorio di Polia.
La vicenda è raccontata dai diretti interessati, spiega l’accusa, attraverso le intercettazioni. «Sono loro stessi che ci raccontano questi fatti – dice Gallo –. Giovanni Anello (ex assessore del Comune di Polia, ndr), alla presenza di Tonino Monteleone racconta di aver pilotato una gara facendo affidare l’appalto alla ditta Serratore Mario con l’intesa, poi, di cedere una quota di subappalto ad una ditta che non si renderà disponibile, per una serie di motivi, e si dirotterà la scelta sull’impresa di Pasquale Mazzotta».
Parlando con Rocco Anello, classe ’91, Giovanni Anello avrebbe aggiunto dei dettagli «cioè che le ditte le aveva individuate lui, nel numero di otto, per farle figurare nella gara, per poi invitarle a levarsi di torno demandando a Mario Serratore di avvicinare l’ultima che rimaneva. Mario avrebbe demandato poi la cosa a Pasquale il quale poi non si sarebbe curato di arrivare fino in fondo. Tant’è che, racconta Giovanni Anello, il giorno della gara si era trovato davanti un concorrente diverso domandandogli letteralmente “tu che ci fai qui?”». Questo imprevisto aveva costretto Anello ad avvisare Mario Serratore e a fargli fare un ribasso di circa il 33%.
«Questo qua – è il commento di Anello – ci ha fatto perdere 100mila euro Mario. Se avreste fatto come vi dicevo io non perdevamo così tanto».

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Il ruolo di Mario Galati e il portale delle offerte che non funziona

Secondo l’accusa il dato trova riscontro nella documentazione perché la busta della ditta che si è presentata all’ultimo minuto è pervenuta alla 11:05 dell’ultimo giorno utile mentre quella di Serratore alle 11:45, un quarto d’ora prima che scadesse il termine di presentazione delle offerte.
«Su questo si innesta - spiega il pm Gallo – la presenza di Mario Galati che in qualità di presidente del seggio, e di responsabile dell’ufficio tecnico, darà atto quel giorno che per un problema informatico il portale delle offerte sul quale dovrebbero essere automaticamente ribaltati tutti i documenti, e quindi resi evidenti e trasparenti a tutti, non ha funzionato “costringendo” la commissione a provvedere a uno spogli manuale delle offerte e quindi a concludere la procedura alla vecchia maniera, con l’apertura delle buste.

Una «coincidenza» alla quale la Dda non crede

Nel corso del dibattimento si è fatto presente che anche in latri contesti è accaduto un disservizio simile. «Non mi pare – dice il pm - che un disservizio di questo tipo sia registrato se non da parte del presidente del seggio che ne dà atto, che quindi lo autocertifica. Allo stato resta una coincidenza alla quale l’Ufficio che rappresento mi impone di non credere. Soprattutto tenuto conto di come Mario Galati gestiva, in generale, le gare d’appalto. Il fatto che proprio in questo caso sia avvenuta una fortuita coincidenza di questo tipo che sarebbe servita nell’ipotesi, come ha ipotizzato la Guardia di finanza, per coprire praticamente questo momento in cui Giovanni Anello faceva modificare all’ultimo minuto l’offerta che avrebbe dovuto presentare Mario Serratore. Oscurando la trasparenza informatica del sito Mario Galati avrebbe favorito la perpetrazione di questo tipo di illecito».

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Rocco Anello viene informato di tutto

La Guardia di finanza ha anche intercettato una conversazione in cui tutta la vicenda viene rapportata a Rocco Anello, classe ’61, considerato il vertice della cosca Anello-Fruci.
Rocco Anello «continua a sapere tutto quello che succede all’interno degli uffici comunali», afferma l’accusa.
Un’altra conversazione è avvenuta tra Serratore e Mazzotta, i due presunti subappaltatori, che si lamentano delle percentuali che un certo soggetto, che gli investigatori ipotizzano sia Rocco Anello, pretende per i lavori. I due nominano anche il caso dell’albergo diffuso di Polia.
Rocco Anello segue l’andamento della gara tramite Giovanni Anello che «gli dà tutte le informazioni su quando il Comune riceverà gli stanziamenti e quando li erogherà a Mario Serratore, e di conseguenza quando Mario Serratore andrà ad adempiere in favore del subappaltante vedrà, come dice Rocco Anello, «di dargli i suoi» quindi di «dare anche alla cosca – spiega il pm – la sua parte».