Nella legge di Bilancio, il Governo ha stanziato la cospicua cifra alla Calabria ma nel decreto di liquidazione alle Aziende il commissario ad acta non ne tiene conto (ASCOLTA L'AUDIO)
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Nel fiume di denaro pubblico che l'emergenza pandemica ha portato in Calabria, di oltre un milione di euro si sono perse le tracce. Eppure il gruzzoletto sarebbe potuto risultare utile a rimpolpare le somme che il Governo lo scorso anno aveva stanziato per premiare gli "eroi del covid"; medici, infermieri, operatori sociosanitari in prima linea contro l'emergenza ma che per ora in Calabria non hanno ricevuto neppure un euro per l'impegno profuso in corsia.
Risorse aggiuntive
Le risorse - 8 milioni stanziati a marzo e 6 a maggio - sono infatti finite drenate per coprire i costi sostenuti dalle aziende per remunerare gli straordinari covid. Il denaro, insomma, è finito sempre in mano a medici e infermieri ma per retribuire prestazioni svolte e non a titolo di ristoro o premialità secondo le intenzioni manifestate dal Governo nei due decreti (Cura Italia e Rilancio) con cui veniva stanziati gli importi.
A marzo, appunto, la Calabria ha ricevuto poco meno di 8 milioni di euro (7.993.950), a maggio poi altri 6 milioni e, infine, a dicembre 1.200.000 euro di cui però non si trova traccia nè nel decreto del commissario ad acta, Guido Longo, nè nel decreto dirigenziale di inizio aprile con cui il reggente del dipartimento Tutela della Salute, Giacomino Brancati, ripartisce le somme alle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi.
40 milioni
Il nuovo stanziamento avviene tramite la legge di bilancio licenziata il 30 dicembre 2020, quindi due mesi prima dell'emanazione del decreto commissariale e quattro prima del decreto dirigenziale. All'articolo 1, comma 413 il Governo stanzia ulteriori somme «allo scopo di incrementare le risorse destinate prioritariamente alla remunerazione delle prestazioni correlate alle particolari condizioni di lavoro del personale dipendente delle aziende e degli enti del servizio sanitario nazionale e direttamente impiegato nelle attività di contrasto dell'emergenza epidemiologica». Insomma, il Governo mette sul piatto altri milioni per incrementare il fondo da destinare agli "eroi" e da retribuire sotto la forma di ristoro.
Alla Calabria il 3,2%
Nella legge finanziaria il Governo sancisce lo spostamento di 40 milioni di euro, una parte degli 80 milioni versati dalla Camera dei Deputati e confluiti nel bilancio dello Stato ad integrazione dei fondi già stanziati con il decreto legge Cura Italia (il 18 del 17 marzo). I criteri di riparto tra le Regioni sono gli stessi impiegati per la distribuzione delle prime somme, in base alle quote di accesso al fabbisogno sanitario per il 2019. La Calabria porta a casa il 3,20% del totale, vale a dire 1.280.000.
Il ricorso
Una cifra però di cui non si trova traccia nel primo decreto firmato dal commissario ad acta, Guido Longo, nè nel secondo dirigenziale di riparto dei fondi alle aziende in cui si citano solo gli stanziamenti ottenuti con il decreto Cura Italia e il successivo Rilancio: 14 milioni in totale. Intanto, bisognerà attendere gli esiti del ricorso promosso dalle sigle sindacali Anaao Assomed, Aaroi Emac e Cimo Calabria che hanno impugnato al Tar Calabria il decreto commissariale per ottenerne l'annullamento.
In attesa del Tar
I giudici amministrativi hanno per ora rigettato la richiesta di sospensiva avanzata dai sindacati e si sono riservati di esaminare la questione nel merito. E però il segretario regionale Anaao Assomed, Filippo Larussa, intanto rileva «come il decreto da noi impugnato sia successivo alla legge di Bilancio. Da una prima analisi sembra che la Regione non sia neppure a conoscenza dello stanziamento di queste risorse che il Governo ha assegnato a destinazione vincolata. L'accordo con i sindacati per il riparto delle somme era stato sottoscritto relativamente alla prima tranche di 8 milioni ma poi esteso anche ai 6 assegnati successivamente. Non si capisce perchè quindi queste ulteriori somme non siano state menzionate».