Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
“Gli elefanti preistorici della Calabria”: è questo il titolo di un lungo servizio pubblicato nell'ultimo numero di National Geographic Italia in cui si parla del ritrovamento, avvenuto poche settimane fa, del fossile di un antico elefante nei pressi del lago Cecita, all'interno del Parco nazionale della Sila. Un fatto che getta nuova luce sul passato della regione e solleva nuovi interrogativi sulle popolazioni che la abitavano e su alcuni misteriosi megaliti a poca distanza dagli scavi.
«In quello che è l’attuale territorio del Parco Nazionale della Sila – riporta il National Geographic - stanno venendo oggi alla luce importanti scoperte paleontologiche che parlano di un passato remoto che va ben al di là dell'età romana e della Magna Graecia; ultima e inaspettata il ritrovamento di resti di un elefante del Pleistocene, Palaeoloxodon antiquus o Elephas antiquus, sulle sponde del Lago Cecita, in provincia di Cosenza. Una scoperta notevole anche alla luce del possibile collegamento con alcuni megaliti situati non molto distanti dal lago Cecita: vicino all’abitato di Campana, a cavallo fra il Mar Jonio e la Sila, si stagliano infatti due imponenti strutture di pietra che a parere di diversi studiosi sarebbero il risultato di scalfittura di tipo antropico. In particolare una delle due supposte sculture mostra le sembianze di un elefante dalle zanne dritte, con ogni probabilità proprio Elephas antiquus».
Nel servizio a cura di Giuseppe Intrieri, alcuni esperti intervistati tra cui il geologo Alessandro Guerricchio dell'Università della Calabria, Antonella Minelli, dell'Università del Molise, Felice Larocca dell'Università di Bari e un'altro studioso, Domenico Canino, concordano sul fatto che «il ritrovamento dei resti di Elephas antiquus è ulteriore conferma dell’importanza archeologica, paleontologica e storica dell’altopiano silano di cui già si era a conoscenza grazie alla campagna di scavi del 2007, diretta sui tre laghi (Arvo, Ampollino, Cecita) dall’archeologo Domenico Marino e dal professor Armando Taliano Grasso». In seguito a quella campagna venne infatti annunciata la scoperta del più antico insediamento umano d’altura della Calabria, datato tra il 3.600 ed il 3.350 a.C.
«La scoperta di Cecita – ha dichiarato recentemente il Presidente Oliverio, che pensa anche alla costruzione di un importante museo dei reperti calabresi - rafforza la candidatura della Sila a patrimonio dell’Unesco. I risultati di questa eccezionale e straordinaria scoperta fanno emergere la ricchezza complessiva del nostro territorio. Su di essa continueremo ad investire per sostenerla e per andare oltre».