VIDEO | Il prelato a quasi un anno dal suo insediamento: «Ho trovato un clero desideroso di superare questi momenti». E sui lavori in cattedrale: «Con l'anno nuovo l'apertura del cantiere»
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«Il Natale non è un messaggio per bambini ma è rivolto ai grandi e il messaggio è quello di un Dio che ha scelto la natura umana per venire a salvarci e quindi non effetti straordinari ma di venire in mezzo a noi, farsi uno di noi e banalmente rimboccarsi le maniche per realizzare la novità. Per chi non crede l'idea è che non si può non ripartire dalla natura umana, dalla dignità della natura umana. Se non si riparte da lì davvero ogni tentativo di riforma rischia di essere un lifting anche riuscito male».
È questo il messaggio che l'arcivescovo metropolita della dioscesi di Catanzaro Squillace, Claudio Maniago, ha voluto inviare oggi alla comunità incontrando la stampa. Insediatosi in una diocesi scossa dalle improvvise dimissioni del precedente vescovo e dalla soppressione del movimento apostolico, oggi a quasi un anno di distanza la situzione appare migliorata: «Per il vescovo i sacerdoti sono i primi collaboratori - ha affermato Maniago - e non devono essere considerate delle truppe che si muovono in base alle esigenze ma piuttosto dei fratelli con cui condividere un cammino. Quello che ho cercato di fare è stato mettermi in ascolto nel rispetto delle esperienze che era giusto potessero trovare un modi di esprimersi».
«La linea su cui ci dovevamo muovere e dobbiamo muoverci - ha aggiunto il presule - è chiara, perchè ci è stata data dal Santo Padre, quindi non abbiamo dubbi da questo punto di vista. Ho trovato in tutti i sacerdoti il desiderio di superare questo momento ed è questo il punto di forza su cui credo possiamo sollevare le sorti della nostra diocesi dando respiro alle tante potenzialità. Questa chiesa ha una sua bellezza e deve essere messa nelle condizioni di tornare a risplendere, non c'è bisogno di trucchi per far emergere la bellezza di questa chiesa, basta solo metterla in ordine».
L'occasione è servita anche per fare il punto sui lavori di ristrutturazione e restauro della cattedrale, chiusa ormai da diversi anni dopo i crolli interni. «Il duomo è una preoccupazione per il vescovo perché arrivare in una diocesi e non poter entrare in cattedrale e come sentirsi un po' vedovo. Io sono in contatto con la sovrintendenza e l'anno nuovo spero che porti, secondo quanto mi è stato detto, la buona notizia dell'apertura di un cantiere che ci riconsegni la bellezza ma che il valore simbolico di questo edificio».