VIDEO | Nuova giornata di protesta con i trattori che hanno raggiunto anche il Municipio e incontrato il sindaco Caruso: «Avete il sostegno di tutti noi». Questa mattina tra i manifestanti anche Giancarlo Greco: «Qui c’è gente che si alza alle quattro e poi non riesce nemmeno a coprire i costi di produzione»
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La protesta del popolo dei trattori non si arresta, anzi. A Cosenza gli agricoltori hanno deciso di organizzare un presidio permanente di fronte la stazione ferroviaria di Vaglio Lise. Diversi trattori si sono parcheggiati lungo le arterie che circondano lo scalo ferroviario con i loro slogan e l’immancabile bara a simboleggiare la morte di un’agricoltura strozzata dalla Ue e dalle regole del mercato. Nessun disagio è stato arrecato alla circolazione stradale, anzi i manifestanti approfittavano del rosso del semaforo per distribuire agli automobilisti sacchetti di patate della Sila Igp, anche loro diventate il simbolo della protesta lato calabrese.
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In mezzo ai manifestanti una presenza che non ti aspetti, quella dell’avvocato Giancarlo Greco, imprenditore non solo del mondo della sanità, ma soprattutto dell’agroalimentare. Ai microfoni di LaC Greco si definisce un agricoltore “nel midollo” e dice che la sua famiglia ha le radici nella terra. Per questo è insieme al popolo dei trattori per una protesta che definisce giusta oltremodo. «Oggi fare l’agricoltore sembra quasi un reato - dice - c’è gente che si alza alle quattro di mattina e poi non riesce nemmeno a coprire i costi di produzione. Questo perché ci sono lobbies non solo europee ma anche italiane che curano solo i loro interessi. Ecco perché vogliono quasi regalate le nostre patate della Sila, le nostre clementine, i nostri ortaggi e poi, magicamente, il prezzo al consumo diventa cinque volte di più. Basta con questo schifo - urla nel microfono - noi agricoltori non chiediamo carità, non chiediamo il reddito di cittadinanza, vogliamo dignità e vogliamo che il Governo intervenga sulla grande distribuzione organizzata per garantire un utile minimo a queste persone».
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Sulla stessa lunghezza d’onda è uno dei manifestanti che racconta le enormi difficoltà di cassa di quasi tutte le aziende agricole. «Noi facciamo da banche a gente che sta più che bene - dice - Non è possibile continuare ad essere pagati a 60 giorni, come fanno quelli della Grande distribuzione. Noi vorremmo essere pagati a dieci giorni perché nessuno di noi ha più liquidità. Così come non funzionano le provvigioni che si applicano nei mercati. Chi vuole la nostra merce, deve pagare». Sono solo due dei maggiori problemi che interessano il comparto che deve fare i conti anche con gli aumenti spropositati del gasolio agricolo e dell’energia elettrica, nonché l’atavico problema italiano dell’accesso al credito.
Nel pomeriggio la protesta si è spostata in centro, a Cosenza, per raggiungere Palazzo dei Bruzi. Una decina i trattori sono stati parcheggiati sulla piazza dinanzi al Comune per mantenere alta l'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica. I manifestanti hanno incontrato il sindaco della città Franz Caruso al quale hanno detto di essere giunti fino davanti al Palazzo di città per «difendere solo la nostra bandiera, il tricolore, perché è una battaglia che riguarda tutti. Siamo persone serie - ha spiegato un rappresentante degli agricoltori - e chiediamo solo un segno concreto da parte del governo, perché ci sono tanti giovani che si sono impegnati in questo settore e quindi il danno sarebbe incalcolabile». Caruso, esprimendo la solidarietà e la disponibilità a farsi portavoce con il governo nazionale, ha poi ringraziato gli agricoltori per «la civile e pacifica protesta messa in atto che ha il sostegno di tutte le istituzioni». Il presidio a Vaglio Lise va avanti ad oltranza e in serata i manifestanti si sono organizzati accendendo i fuochi. Qualcuno ha provato anche a seguire Sanremo sul telefonino. Magari in attesa che la protesta arrivi finalmente sul palco dell’Ariston.