VIDEO | Ai privati rimarrà il 30 per cento delle quote della società che gestisce gli scali. Dopo mesi di interlocuzioni la Regione raggiunge l’intesa con Lamezia Sviluppo della famiglia Caruso che ne aveva acquisito il pacchetto di maggioranza (ASCOLTA L'AUDIO)
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Dopo mesi di interlocuzioni, di annunci e proclami, è stato finalmente raggiunto in queste ore l’accordo relativo all’acquisto da parte della Regione delle quote della società aeroportuale Sacal. Andati a vuoto i tentativi dei soci privati di cedere alla Regione solo la parte minima necessaria a mantenere pubblica la maggioranza, ora è arrivato il loro passo indietro. Le quote pubbliche saranno il settanta per cento del totale e saranno distribuite tra Regione, Fincalabra e gli altri enti (Comune di Lamezia Terme, Regione Calabria, Provincia di Catanzaro, Camera di Commercio di Catanzaro, Comune di Catanzaro, Confindustria Catanzaro, Provincia di Cosenza, Camera di Commercio di Cosenza, Confindustria Cosenza, Camera di Commercio di Vibo Valentia, Corap).
Poco prima delle elezioni regionali e dell’avvento di Occhiuto, Lamezia Sviluppo, socio privato, di fronte alla volontà di diversi soci pubblici di non rinnovare le quote, le acquistò, passando dal 29 per cento al 51,96% pari ad un capitale che sfiora i 12 milioni e mezzo di euro. L'intera Sacal possiede un capitale sociale di 23 milioni e 960mila euro. Immediato a novembre l’intervento dell’Enac ribadendo che la Sacal dovesse ritornare a maggioranza pubblica, pena la revoca della concessione, il commissariamento dell’aeroporto di Lamezia e un esposto alla Procura di Catanzaro.
Un mese di tempo per la dead line data dall’ente dell’aviazione civile per rimettere a posto le cose. Termine passato abbondantemente senza che l’Enac prendesse posizione o rispondesse alle considerazioni mandate dal cda tramite i proprio legali. Anche dopo l’annuncio di Occhiuto in merito all’acquisto da parte della Regione Calabria delle quote del privato ricorrendo a FinCalabria, da Roma non si è mossa foglia.
Intanto, sono continuati gli incontri e gli scontri. Due le questioni spinose che hanno rallentato il raggiungimento dell’accordo e portato da novembre a marzo. Da un lato Lamezia Sviluppo avrebbe voluto attenersi quasi letteralmente alle richieste dell’Enac e cedere la quantità minima di quote necessaria affinché i soci pubblici tornassero a cavalcare la maggioranza.
Dall’altro il costo nominale delle quote, troppo alto per la Regione e con il rischio di diventare pari a zero qualora da Roma dovessero non condividere la strategia attuata. Oggi pomeriggio la chiusura dell’accordo. Sacal torna ai soci pubblici per ben il settanta per cento delle quote, mentre Lamezia Sviluppo scivola indietro, a pochi mesi fa, con un trenta per cento.