Per sopraggiunti impegni di tutti i suoi rappresentanti, il Consiglio dell’Ordine non si presenta alla riunione concordata con il Tribunale. Eppure la battaglia è comune nella tutela degli interessi dei cittadini
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
L’allarme lanciato dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Vibo Valentia risale a dieci giorni fa. Ma le denunce pubbliche formulate dal Tribunale stesso affondano le radici nel tempo: almeno a un anno fa, quando il vortice (ri)organizzativo determinato dalla gestione complessa e mastodontica del maxi processo “Rinascita Scott” imponeva scelte drastiche per assicurare una corretta funzionalità del sistema giustizia. A formularle, le denunce pubbliche, era stato lo stesso presidente del Tribunale Antonio Di Matteo, proprio attraverso la testata LaCNews24.
Cosa denunciava in estrema sintesi? La carenza di magistrati e personale amministrativo, una “segnalazione” capace di richiamare l’attenzione del Csm e del Ministero della Giustizia che tentarono di impinguare il personale anche attraverso l’istituto degli anticipati e posticipati possessi, ma che avrebbe dovuto essere sostenuta collegialmente e assunta come battaglia comune a tutela degli interessi di tutti i cittadini.
L’intervista | Rinascita Scott, il prezzo (altissimo) pagato dal tribunale di Vibo Valentia per ridare credibilità al sistema giustizia

Salta il vertice con gli avvocati
Ebbene, in queste ore, al Tribunale di Vibo Valentia si continua a procedere in ordine sparso nonostante gli interessi restino assolutamente convergenti. Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, ieri pomeriggio, non si è infatti presentato con alcuno dei suoi rappresentanti all’appuntamento concordato con gli stessi vertici del Tribunale per tentare, insieme a magistrati, giudici onorari e operatori del settore, di trovare uno sbocco ai ritardi nella gestione dei settori civile e lavoro, certificata anche da una recente indagine del Sole 24 Ore sul “Giustizia e Sicurezza” che inchiodava il sistema vibonese agli ultimi posti in Italia (un dato prevedibile, e figlio proprio delle denunce tanto del Tribunale quanto degli stessi avvocati, visto che a essere chiamati in causa erano e restano Governo e Ministero della Giustizia su tutti).
Il vertice era stato ideato per ipotizzare una piattaforma comune di richieste da inviare a Roma, ma è saltata proprio la discussione per sopraggiunti impegni lavorativi dei vari componenti del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, comunicati qualche ora prima della riunione. Un passaggio a vuoto che non facilita le relazioni tra istituzioni locali, chiamate a condividere un percorso comune, e che potrebbe indebolire la piattaforma delle rivendicazioni; un freno da rimuovere al più presto, alla luce della situazione generale che attraversa la giustizia vibonese.