Tante le note e i messaggi di cordoglio e vicinanza alla famiglia della 20enne di Soverato uccisa ieri da un branco di maremmani in una pineta della cittadina catanzarese
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È il giorno del dolore per l'atroce morte di Simona Cavallaro, la 20enne di Soverato sbranata da un branco di cani in una pineta di Satriano. La giovane, ieri pomeriggio, era in gita assieme a degli amici nelle vicinanze di un'area picnic in località Monte Fiorino. Insiema a un ragazzo aveva deciso di addentrarsi nel bosco, qui sono stati aggrediti da un branco di cani che non hanno lasciato scampo alla giovane, morta per le gravi ferite riportate.
Tansi: «Immane tragedia»
«Non ho parole per descrivere l'immane tragedia che ha colpito l'intera comunità di Soverato, per la perdita di una loro figlia, la giovane Simona Cavallaro, aggredita e uccisa da un branco di cani nella montagna di Satriano. Un fatto tremendo che però, in questo caso, non può ridursi a essere interpretato come una semplice fatalitá». È quanto afferma, in una nota, Carlo Tansi, leader di Tesoro Calabria. «Questa morte è l'emblema del sottosviluppo - prosegue Tansi - in cui è precipitata negli ultimi trent'anni la Calabria per la mancata tutela e manutenzione del territorio. Stiamo assistendo a un lento e costante abbandono della montagna e dei boschi. Processo inesorabile iniziato da almeno qualche decennio. Lá dove vi erano sentieri e strade battute ora vi è una terra di nessuno invasa dalla vegetazione e minacciata da incendi che hanno devastato il territorio in modo irreversibile. Tutto questo per colpa dell'uomo che non fa la manutenzione del territorio. Lo sappiamo tutti, perché tutto è sotto gli occhi di tutti - sostiene ancora il leader di tesoro Calabria - che un territorio così abbandonato diventa anche facile preda di frane e alluvioni. Ma non solo: nel caso della drammatica morte di Simona Cavallaro esistono responsabilità oggettive perché un luogo frequentato doveva essere sorvegliato e non può essere lasciato alla macchia. Il fatto che un branco di cani circolasse per quei luoghi e nessuno prendesse provvedimenti è un fatto gravissimo soprattutto perché il randagismo era un fatto risaputo e molto diffuso. La Regione ha la responsabilità di tutto ciò e non ha attenuanti. Rivolgo le mie preghiere alla povera Simona e ai suoi genitori, che dovranno affrontare la vita senza più la loro adorata figlia».
Enpa: «Magistratura convochi responsabili morali»
Sulla tragica morte della giovane Simona Cavallaro, aggredita da un branco di cani randagi a Satriano, «l'unica persona che non ha diritto di parola è il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, che invece dimenticando le responsabilità sue e dei suoi precedessori in materia di prevenzione del randagismo e di sanità veterinaria, oggi si dichiara sgomento». Lo ha dichiarato Carla Rocchi, presidente nazionale dell'Enpa. «Ai familiari e agli amici di Simona - aggiunge Rocchi - va la nostra partecipazione al dolore che li ha colpiti, così come va il nostro abbraccio alla comunità di Soverato. Siamo distrutti e indignati perché queste tragedie non devono succedere ed è possibile evitarle con la prevenzione».
Per Enpa, la Regione Calabria «è colpevolmente inadempiente da anni sul tema della prevenzione del randagismo. La sanità regionale è commissariata - dichiara la presidente Rocchi - il commissariamento è stato un atto necessario ma evidenzia anni e anni di cattiva gestione, di sottovalutazioni, di inadeguatezza, di omissioni. Su una cosa sono d'accordo con Spirlì: la magistratura deve individuare i responsabili. Ma siano individuati anche i responsabili morali di quella tragedia, quegli amministratori regionali e locali che non hanno mai applicato correttamente una legge che esiste da trent'anni e che, se applicata come avviene in molte altre Regioni italiane, probabilmente l'aberrazione di avere libero un branco di una decina di cani inselvatichiti non ci sarebbe stata. E invece è successo». Rocchi auspica che «il presidente facente funzioni della Regione sia ascoltato dalla magistratura immediatamente, oggi stesso, visto che ha anche la delega alla tutela della salute e alle politiche sanitarie; dia conto di cosa ha fatto la Regione per controllare il randagismo, spieghi perché la Calabria è interessata da un randagismo senza controllo». Enpa si riserva comunque «di agire in proprio con il proprio Ufficio Legale denunciando con un esposto le omissioni di tutti questi anni».
Bruni: «Cordoglio e vicinanza»
«Cordoglio e vicinanza alla famiglia di Simona, non oso immaginare il dolore dei suoi cari per una perdita così ingiusta, ma proprio per questo dobbiamo riflettere su quanto accaduto per evitare che un fatto simile possa ripetersi. Bisogna fare una riflessione dolorosa e profonda». È quanto afferma, in una nota, Amalia Bruni, candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Calabria in relazione alla morte di Simona Cavallaro, la ventenne di Soverato aggredita e uccisa da un branco di cani. «Ho parlato con Cristiano Ceriello, leader della lista animalista che sostiene la mia candidatura - prosegue Bruni - e siamo d'accordo che dovremo attendere l'esito delle indagini per capire che cosa è successo. Bisogna però prendere atto che ci sono ritardi e omissioni da parte della Regione anche nella prevenzione del randagismo, fenomeno assai diffuso purtroppo dalle nostre parti. L'organizzazione internazionale della protezione animale - sostiene ancora Bruni - ci dice che la Regione non ha ancora comunicato i dati sul randagismo del 2020 e che non ha mai attuato un piano serio di prevenzione. Eppure sono accantonati dei fondi ad hoc per la sterilizzazione e per gli aiuti alle associazioni di volontariato (uniche sul territorio a agire a costo di grandi sacrifici personali) ma niente è mai stato messo in atto. La Regione non ha mai attivato, se non in concomitanza delle elezioni, piani in tal senso dimostrando come sempre incapacità, inettitudine e incompetenza.In questo campo - conclude la candidata del centrosinistra - alla presidenza della i volontari e le associazioni sono una risorsa indispensabile ma spesso inascoltata. E ancora una volta si va avanti con l'emergenza quando costerebbe molto meno risolvere il problema in maniera definitiva»