Svolta nelle indagini a poche ore dalla cattura dei primi cani killer che hanno sbranato la giovane Simona Cavallaro nella pineta di Satriano, nel catanzarese. A sole 24 ore dalla morte della giovane di Soverato c’è un indagato per omicidio colposo, è Pietro Russomanno, classe 1976, il pastore proprietario del gregge alla cui protezione era posto il branco di maremmani, circa 15 da quanto si apprende. Il provvedimento è firmato dal pubblico ministero Irene Crea della Procura di Catanzaro.

Aggredita e sbranata da un branco di cani a Satriano

La 20enne si trovava in località Monte Fiorino insieme ad un amico per pianificare una scampagnata quando è stata presa di mira dai cani che non le hanno lasciato scampo. L’amico della ragazza, una volta raggiunta una chiesetta non molto distante dal luogo della tragedia, ha subito chiamato i soccorsi ma per Simona non c’è stato nulla da fare.  Giunti sul posto i sanitari del 118 e i carabinieri della compagnia di Soverato agli ordini del tenente Luca Palladino, lo stesso che ha informato i familiari dell’accaduto, non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Intanto, mentre si cerca di catturare gli altri cani, tre fino ad ora quelli individuati e presi in custodia da parte del servizio veterinario, si susseguono messaggi di vicinanza e cordoglio per la famiglia di Simona.  

Il dolore dei genitori di Simona Cavallaro

A Soverato sarà lutto cittadino nel giorno dei funerali. A mamma Angela, papà Alfio, entrambi titolari di due gioiellerie di Soverato, e al fratello gemello Pietro, il calore di un’intera comunità sconvolta e attonita. «Ti abbiamo desiderata, amata, crescita. Non è giusto - scrive il padre sui social –, le nostre vite saranno distrutte sapendo che sei andata in cielo. Dio non aveva bisogno di un angelo in più. Già tu eri un angelo qui in questa terra».