La trasmissione Chi l’ha visto si è occupata del caso intervistando l’uomo. Secondo il settimanale Giallo in passato le violenze le avrebbero provocato un aborto
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Continua a tenere banco in tv e giornali la vicenda di Annamaria Sorrentino, la 29enne sordomuta morta il 19 agosto scorso per le conseguenze di una caduta dal balcone di una casa vacanze a Parghelia. L’ultima a occuparsi della storia è stata la trasmissione Chi l’ha visto, che ha ricostruito le ore precedenti la tragedia intervistando i familiari della ragazza e riuscendo a raccogliere la testimonianza del marito Paolo, su cui si sono concentrati i primi sospetti.
La giovane precipitò infatti dal secondo piano in seguito a una lite con l’uomo, dopo che, qualche ora prima, erano intervenuti i carabinieri per riportare la calma nell’appartamento, allertati dai vicini sempre per gli stessi motivi. Una vacanza movimentata, stando a quanto riferito dall’uomo, a causa della presenza degli amici che erano con loro: «Il 15 agosto, di notte, - spiega Paolo - Salvatore e Francesca (i due amici ndr) hanno litigato perché mia moglie era l’amante di Salvatore. Me l’ha detto Daniela. Poi sono venuti i carabinieri. La mattina dopo io e Annamaria abbiamo discusso un po’ e io ho picchiato Salvatore, e Annamaria mi ha detto «Basta, basta!». Abbiamo litigato e poi si è buttata di sotto. Ho provato a prenderla ma non ce l’ho fatta. Non l’ho toccata». Una testimonianza finora inedita, grazie alla quale si hanno anche conferme sul rapporto burrascoso tra i due coniugi campani: «Negli ultimi tre anni non l’ho mai picchiata – dice il marito -, prima sì, ma da tre anni mai. Prima la picchiavo poco, per gelosia, è normale, è una bella ragazza. Le dicevo: “Stai ferma!”, perché era lei che picchiava me».
Le liti tra i due non sarebbero state quindi sporadiche. A rivelare a questo proposito un particolare importante è la conduttrice del programma, Federica Sciarelli, che ha annunciato l’imminente uscita del settimanale Giallo, secondo cui Paolo picchiò Annamaria quando era incinta e le fece perdere il bambino. Una versione confermata dal fratello Gennaro dopo aver sentito gli amici della coppia.
Molti interrogativi, quindi, su una vicenda dai contorni sfocati per la quale i familiari chiedono verità e giustizia: «Annamaria amava troppo la vita – continua il fratello - aveva contattato anche l’agenzia per organizzare le vacanze e visitare i posti più belli di Tropea. Una persona che si vuole suicidare non fa questo».
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