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Giornalismo in lutto: è venuto a mancare, nella serata di ieri, Domenico Napolitano, fondatore e direttore responsabile del trisettimanale pitagorico “Il Crotonese”.
Napolitano aveva fondato la testata nel 1980, e l'ha diretta senza sosta fino al 2012, anno in cui la malattia che lo aveva colpito non gli ha più permesso di poter andare avanti con la stessa grinta e passione del primo giorno. Corrispondente dalla Calabria per il quotidiano romano Il Tempo e per l’Agi, l’Agenzia Giornalistica Italia, Napolitano ha dato anima e corpo a quella creatura, tanto da volerla trasformare da periodico settimanale a bisettimanale, fino all’attuale formula di trisettimanale.
Un maestro e una guida per tanti colleghi crotonesi che sono passati da quella redazione e che hanno trovato ispirazione nelle sue parole, ma anche per tanti giovani che hanno iniziato o iniziano a farsi strada in questo ambito lavorativo, con il senso di rispetto e, per un certo senso, di ispirazione verso questa figura del giornalismo nostrano. Domenico Napolitano ha trascorso quest'ultimo periodo nella casa di cura Villa San Francesco a Roccabernarda, nel crotonese, dove si è tenuta la camera ardente prima dei funerali che si terranno oggi alle 15:30 alla chiesa del Carmine a Crotone.
«Domenico Michele Napolitano è stato un maestro di giornalismo – lo ricorda così il direttore responsabile de “Il Crotonese” Domenico Policastrese, che ha raccolto il testimone lasciato dal fondatore – ha fondato una scuola che si riconosceva sostanzialmente nella redazione del suo giornale, perchè questo rimane il suo giornale. Lui aveva il fiuto del giornalista, prima ancora che la passione e la tenacia, ed è una cosa che ha tramandato ad intere generazioni di giovani che si sono affacciati a questo mestiere e che sono passati dalla redazione de “Il Crotonese”. Molti di loro, come me, ci sono rimasti attraversando tutta la carriera professionale, e sotto la sua guida hanno imparato i rudimenti del mestiere. Un mestiere nel quale ha tenuto sempre la barra diritta, come diceva lui, senza condizionamenti e, a volte, diventando scomodi, lasciando un segno».
«Sono l'ultima arrivata in redazione – ricorda Sara Grilletta, giornalista de “Il Crotonese” - e forse ho conosciuto un direttore diverso da quello che hanno conosciuto i miei colleghi. Era intenerito dalla mia età, era la fine del 2009 quando mi chiamò per offrirmi un contratto, e ho conosciuto un padre, un nonno, una persona con un sorriso sempre lieve e accennato, ma tenero sul volto. Ho un ricordo di una persona che è stata importantissima perchè mi faceva sentire guidata e protetta nel lavoro che svolgevo, ma anche una persona autoritaria, visto che era il direttore e così lo continueremo a chiamare. Oggi non viene a mancare il direttore, ma una persona fondamentale della storia della nostra città degli ultimi 50 anni».
Tanta commozione da parte di chi ha voluto lasciare un saluto a Domenico Napolitano, Michele come lo chiamavano tutti. «E' stato più di un amico – ricorda Giuseppe Pipita, giornalista e fotografo della testata crotonese – forse per noi è stato quasi un padre. Ricordo che gli diedi un passaggio in macchina per andare in redazione al giornale, mi disse “se ti va di venire a lavorare da noi, ti assumiamo”. In quel momento mi si spense l'auto per un problema meccanico; lui scese e cominciò a spingere la macchina. Questo era Domenico Michele Napolitano».