Da simbolo della Gioia Tauro slanciata verso i successi del suo porto, a edificio che “galleggia” sulla fogna. Brutta parabola per l’ex sede della Camera di commercio che negli anni ’90 è stata un fiore all’occhiello dell’offerta dei servizi, mentre oggi è una struttura chiusa, abbandonata, che fa infuriare i cittadini.

 

A parte le numerose Pec inviate al Comune, e le promesse di un intervento risolutivo, ci si è dovuti rivolgere perfino ad un legale – l’avvocato Maria Teresa Atteritano – per stoppare i cattivi odori che sono conseguenza delle perdite nella rete fognaria adiacente all’ex Borsino, così infatti veniva chiamata la struttura che oggi è monumento allo spreco simbolo di degrado.

 

«Sono almeno 6 mesi che i cattivi odori diventano insopportabili senza soluzione di continuità», afferma Saverio Iacopino. «Siamo tappati in casa giorno e notte, perché ormai si è formato un lago di fogna che il Comune non ha provveduto a prosciugare».

 

Sono visibilmente esasperati e dicono di aver perso la fiducia, gli abitanti di una zona che rimane nevralgica per il commercio cittadino, sebbene si tratti di un quartiere a urbanizzazione parziale. «Io non so se la rete fognaria sia fatta secondo criteri di efficienza – commenta Pasquale Macrì – so solo che quando piove si alzano i tombini e la melma invade la strada».

 

A fine luglio, mentre gli olezzi rendevano insopportabile l’estate, il sindaco Aldo Alessio aveva promesso un intervento. «Non hanno risolto nulla – incalza Maria Teresa Macrì – si sono limitati a segnalare dei tombini ma la puzza non solo non è cessata ma è anche aumentata: noi conviviamo stabilmente con una pozza di liquami fognari».

Effettivamente nel terreno prospicente all’ex Borsino, in mezzo all’erba, si è formata una chiazza maleodorante che non sembrerebbe difficile prosciugare, quantomeno per capire l’origine della perdita.