Secondo i giudici del Tribunale del Riesame la relazione sentimentale tra i due era sganciata da finalità corruttive
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Sono state depositate questa mattina le motivazioni dell'ordinanza con la quale il Tribunale della Libertà di Salerno ha annullato l’ordinanza cautelare degli arresti domiciliari disposta nei confronti dell’avvocato catanzarese Maria Tassone, accusata di corruzione in atti giudiziari in concorso con l’ex presidente di sezione della Corte d’Appello Marco Petrini.
Esclusa la gravità indiziaria
Il Tribunale di Salerno accogliendo la tesi avanzata dal collegio difensivo - composto dall'avvocato Valerio Murgano e Antonino Curatola - aveva infatti escluso la gravità indiziaria sul presupposto che la ricostruzione degli inquirenti, trasfusa nell'ordinanza cautelare, è frutto di una errata percezione e travisamento del materiale intercettivo.
«Vi è un dato che interferisce con la ricostruzione dei rapporti intercorsi tra la Tassone e il Petrini - si legge nelle motivazioni - in termini di corruzione atteso che, pur a volere dare per certe le affermazioni del Petrini è, quindi, le richieste di intervento della Tassone è pacifico che tra i due esisteva una stabile relazione sentimentale, confermata da entrambi».
Relazione sganciata da finalità corruttive
«Detta relazione, infatti, rende difficoltoso porre in sinallagma i rapporti sessuali intercorsi tra i due con le richieste di intervento della Tassone, posto che nei colloqui riportati non vi è mai, durante i rapporti sessuali un'istanza della Tassone in tal senso, mentre la stabilità del rapporto, si pone in evidente contrasto con detta ipotesi di mercimonio dell'atto sessuale, specie laddove si consideri che, in alcuni colloqui, l'indagata afferma espressamente di essere sentimentalmete coninvolta dal rapporto con il Petrini. In definitiva, se per un verso risulta difficile investigare le intenzioni della Tassone e le ragioni per le quali la stessa avesse scelto di intrattenere una relazione con il Petrini per altro verso, non si può neppure escludere che tale decisione sia del tutto sganciata da finalità corruttive».
Abuso d'ufficio
«In tale ottica, allora, anche eventuali richieste di aiuto della Tassone, possono al più configurare ipotesi di abuso d'ufficio ma non anche corruzione, mancando sinellagmaticità tra l'atto giudiziario richiesto e la prestazione sessuale che invece era parte di un rapporto sentimentale stabile. Dal pari vale evidenziare sebbene non oggetto di imputazioni ma riportato dal Petrini nel suo ultimo interrogatorio che ad analaghe conclusioni si giunge anche per eventuali richieste di aiuto formulate dalla Tassone in relazione a ricorsi trattati dal Petrini come presidente della Commissione Tributaria mancando prova della sinallagmaticità tra l'atto sessuale e il provvedimento giudiziario».
Annullamento dell'ordinanza
"In sintesi - concludono i giudici - risulta difficile qualificare l'attività svolta in termini di corruzione laddove non si ha contezza della richiesta eventualmente fatta ma soprattutto della connessa utilità connessa: circostanza quest'ultima, per quanto detto, non chiaramente dimostrata in atti e anzi contraddetta dagli esiti investigativi atteso che i rapporti intercorsi tra i due indagati sembrano prescindere da accordi corruttivi. Alla stregua delle considerazioni esposte si impone l'annullamento dell'ordinanza impugnata pe mancanza di gravi indizi di colpevolezza".