Ha confermato quanto già dichiarato dinnanzi ai pm di Salerno al riguardo anche di altri magistrati che operano nel distretto giudiziario catanzarese
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Proseguono gli interrogatori per l'ex presidente di Corte d'Appello di Catanzaro, Marco Petrini, già condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione in primo grado e con rito abbreviato per il reato di corruzione in atti giudiziari. L'ex magistrato è comparso, infatti, la scorsa settimana dinnanzi alla Procura generale della Corte di Cassazione per il procedimento disciplinare aperto a suo carico per aver utilizzato la sua qualità di magistrato al fine di conseguire ingiusti vantaggi per sè o per altri.
L'interrogatorio a Roma
Lo scorso 6 luglio l'ex magistrato è stato interrogato dal sostituto procuratore generale, Delia Cardia, per gli illeciti disciplinari che lo vedono incolpato, di aver messo in maniera permanente a disposizione di Emilio Santoro la propria funzione di magistrato assicurandogli di intervenire nei procedimenti pendenti dinnanzi alla Corte d'Appello di Catanzaro per conseguire indebiti vantaggi, tra cui somme di denaro, soggiorni gratuiti e altre utilità.
Le accuse
In quella occasione, assistito dal suo avvocato di fiducia Francesco Calderaro, l'ex presidente di sezione della Corte d'Appello si è risolto a rispondere a tutte le domande avanzate dal sostituto procuratore e ha confermato anche le accuse contenute nei precedenti verbali di interrogatorio sostenuti davanti ai pm di Salerno anche al riguardo di altri magistrati che prestano ancora servizio nella Corte d'Appello di Catanzaro.
I magistrati
Tra gli altri anche Domenico Commodaro, 58 anni di Soverato, consigliere della Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro e già finito nel calderone dell'inchiesta per il reato di corruzione in atti giudiziari in concorso con l'ex magistrato per episodi che risalgono al febbraio 2018. Ma nelle dichiarazioni accusatorie ci era finito anche l'odierno indagato per falso ideologico, Giuseppe Valea, ex presidente del Tribunale del Riesame di Catanzaro da poco trasferito dal Csm a Milano, è stato oggi colpito da una interdizione della durata di un anno per essersi autoassegnato alcuni fascicoli d'indagine.
Nuovi sviluppi
Questa mattina il Ros di Salerno su delega del procuratore aggiunto Luigi Cannavale e il coordinamento del procuratore Giuseppe Borrelli, ha infatti sequestrato atti e incartamenti negli uffici del Tribunale di Catanzaro e non si esclude che l'inchiesta possa portare a nuovi e imminenti sviluppi.