Finiscono in una pioggia di archiviazioni le appendici investigative che hanno fatto da corollario all'inchiesta Genesi. L'operazione condotta dalla Procura di Salerno che ha messo nel mirino episodi di corruzione nel distretto giudiziario catanzarese conducendo anche alla condanna in primo grado a quattro anni e quattro mesi di reclusione dell'ex presidente di sezione della Corte d'Appello, Marco Petrini

Genesi: le richieste di archiviazione

L'originaria inchiesta era stata seguita da ulteriori filoni d'indagine che avevano ipotizzato reati anche nei confronti di numerose persone, nei confronti delle quali oggi la Procura di Salerno ha disposto l'archiviazione, accogliendo così la tesi difensiva cristallizzata nelle memorie depositate dai legali di fiducia di Petrini, Francesco Calderaro e Agostino De Caro. Il provvedimento è vergato dai due procuratori aggiunti della Procura di Salerno, Luca Masini, e Luigi Alberto Cannavale, oltre che dal sostituto procuratore Maria Benincasa e dispone l'archivizione di alcuni capi d'imputazione nei confronti di 16 persone tra le quali figura anche l'ex magistrato Marco Petrini.

Genesi, l'ex magistrato Marco Petrini

In primo luogo, la Procura conferma che il «rapporto intimo e confidenziale» esistente tra Marco Petrini e Palma Spina «non assume di per sè rilevanza penale in quanto non solo non è stato possibile individuare specifiche procedure tributarie oggetto di mercimonio illecito ma nemmeno rinvenire un indebito vantaggio». Anche il rapporto tra l'ex magistrato e Antonio Cristiano trae origine da una pregressa amicizia con la moglie Stefania Gambardella. «La prova - annotano i magistrati - è incerta e contraddittoria in quanto fondata solo ed esclusivamente su una chiamata in correità di Petrini che successivamente ha ritrattato affermando in sostanza che le prestazioni sanitarie ricevute gratuitamente trovavano causa nel pregeresso rapporto di amicizia». Manca la prova dell'accordo corruttivo anche tra Marco Petrini, Rosetta Rago e Francesca Santagata «e segnatamente il nesso tra il bacio che costituirebbe il prezzo della corruzione ed eventuali provvedimenti emessi dal magistrato in favore di Rosetta Rago». 

Genesi, la moglie di Petrini

Infine, cadono anche le accuse nei confronti della moglie di Marco Petrini, Stefania Gambardella: «L'espressione rivolta al marito pur essendo indicativa di un disappunto nei confronti della sua scelta di ammissione dei fatti può essere letta alternativamente alle iniziali ipotesi accusatoria come una forte preoccupazione in ordine ai rischi cui aveva esposto se stesso e la propria famiglia con le dichiarazioni rese e che la donna aveva appreso verosimilmente dallo stesso coiuge. Va detto che non sono emerse fonti di prova indicative dell'esistenza di eventuali mandanti o di istigatori della frase pronunciate dalla donna».

Genesi, Ottavio Rizzuto

«Gli elementi raccolti sono inidonei a sostenere efficacemente l'accusa in giudizio» scrivono i magistrati della Procura di Salerno. In particolare, nei confronti di Vincenzo Arcuri, per intervenuta prescrizione, «trattandosi di assegni di ammontare complessivo pari a diecimila euro consegnati da Arcuri a Petrini nell'anno 2010». Nei confronti di Ottavio Rizzuto «va detto che il suo coinvolgimento emergeva dalle intercettazioni disposte dalla Procura della repubblica di Catanzaro in altro procedimento a suo carico per il reato di riciclaggio (inchiesta Thomas ndr) e dalla ammissione di Santoro circa il coinvolgimento di Rizzuto. Si evidenza che le intercettazioni non sono utilizzabili mentre la sola dichiarazione di Mario Santoro resta priva dei necessari riscontri».

Genesi, Itaca Free Boat

Archiviata anche la posizione di Antonio Saraco, padre di Francesco, avvocato del foro di Catanzaro già condannato ad un anno e otto mesi di reclusione. Il primo sarebbe rimasto coinvolto nell'inchiesta a causa di un presunto provvedimento favorevole nel processo Itaca Free Boat. «Le indagini non hanno consentito di raccogliere alcun elemento dal quale inferire la partecipazione al pactum sceleris siglato dal figlio con gli altri protagonisti della vicenda».

Genesi, il magistrato De Franco 

Inoltre, non sono stati acquisiti idonei elementi a carico di Lorenzo Catizone, coniuge del presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro, Loredana De Franco e di sua madre Virginia Carusi «In particolare, dalle conversazioni captate non emerge alcuna condotta penalmente rilevante ascrivibile agli stessi, sicchè devono ritenersi del tutto estranei alla vicenda».

Genesi, Giuseppe Tursi Prato

Nei confronti di Giuseppe Tursi Prato, Giuseppe Caligiuri e Francesco Saraco «gli elementi raccolti costituiti, invece, dalle dichiarazioni rese da Francesco Saraco contro Tursi Prato sono insufficienti a sostenere validamente l'accusa in giudizio in quanto non vi è prova che Tursi Prato e Caligiuri "sfruttando" o vantando relazioni esistenti o asserite con il pubblico ufficiale si sia fatto consegnare o promettere denaro o altre utilità quale prezzo per la propria mediazione». Infine non ci sono elementi che permettono di ritenere raggiunta la prova della istigazione nei confronti di Roberto D'Elio e Mario Santoro «in quanto al di là dei colloqui tra Santoro e D'Elia risulta dimostrato esclusivamente un generico interessamento civilistico del D'Elia».