VIDEO | Solo stamattina sono state sgombrate le principali vie d'accesso al paese. Parte del borgo, dove vivono centinaia di anziani, continua a rimanere in parte irraggiungibile. E intanto aleggia il mistero sulla presunta avaria di un mezzo di soccorso
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Dopo la bufera di neve che si è abbattuta ieri sulla Sila Greca, disagi a iosa nei paesi dell’entroterra, rimasti isolati per ore. Il caso più emblematico a Longobucco dove, a causa di un’avaria ad un mezzo spazzaneve, la coltre bianca ha praticamente sommerso il borgo capoluogo del parco nazionale della Sila. Una ventina le automobili rimaste bloccate lungo i viadotti della Sila-Mare che taglia a due la Valle del Trionto, mentre diverse famiglie sono rimaste “murate” dalla neve che nelle ultime ore è caduta copiosa.
Proprio a Longobucco, così come in altri centri come Bocchigliero e Campana, si è registrato un accumulo di oltre 50 centimetri in poche ore. E da quanto riferiscono alcuni cittadini longobucchesi, dopo la tregua di stanotte, dal cielo hanno iniziato a cadere nuovi e abbondanti fiocchi.
Libera solo la via d’accesso al paese
A quanto pare, al momento, sono state liberate solo le vie d’accesso al paese, così da garantire eventuali interventi di emergenza mentre le strade interne rimangono inaccessibili. Tutto questo con grande disagio da parte dei residenti, soprattutto dei più anziani che sono costretti a rimanere chiusi in casa.
Il mistero del mezzo in avaria
No c’è certezza, ma da quanto segnalato da alcuni cittadini, anche sui social, pare che il mezzo spazzaneve e spargisale non sia andato in avaria per un guasto meccanico ma solo perché sarebbe rimasto a secco di carburante.
A Longobucco manca una stazione di rifornimento carburante
Vera o no, la storia del mezzo in avaria ha dato il pretesto per riaprire una ferita mai chiusa. Quella della stazione di rifornimento che a Longobucco e nell’intero entroterra della Valle del Trionto manca quasi da una decina d’anni. In un territorio vastissimo di quasi 500km quadrati non c’è una, che sia una, pompa di benzina. Eppure si tratta di una zona strategica per il turismo e per l’economia, essendo la via di passaggio privilegiata tra lo Jonio e l’Altopiano silano. Le compagnie petrolifere la ritengono, però, poco remunerativa e con il tempo hanno costretto tutti i rifornitori a chiudere i battenti, dando, di fatto, un ulteriore incentivo allo spopolamento di quei borghi belli e caratteristici; dove si potrebbe vivere solo d’aria, natura e di quel tanto di modernità che necessita.