Nel Museo archeologico lametino ubicato al primo piano del complesso Monumentale del San Domenico, nell'antico Convento dei padri domenicani, si gela. I dipendenti del Mibact e del Comune di Lamezia Terme sono costretti a dover indossare piumini e giacconi, a ricorrere a stufette elettriche per non dovere battere i denti per il freddo. Le temperature sono bassissime, specie “nei giorni della merla”, complice anche un alto tasso di umidità. Umidità visibile ad occhio nudo, che sta accartocciando i soffitti, provocando bolle, crepe e veri e propri cedimenti di cui ci sono le tracce sul pavimento.

 

Ma non solo. L’acqua - ci raccontano -si infiltra dal tetto e quando piove gocciola creando pozzanghere che di volta in volta vengono asciugate con stracci, fino a quando con nuove intemperie la situazione non si andrà a ricreare. Per quanto riguarda poi le temperature glaciali i termosifoni ci sono ma non sono mai entrati in funzione. «Non è mai stato fatto il collaudo» spiega Carlo Furgiuele, assistente amministrativo Mibact che da settimane denuncia anche tramite i social la situazione in cui verso il Museo.