Lungo interrogatorio per Nicola Arena, responsabile dei tecnici di laboratorio del Pugliese Ciaccioa. Si difende l’Imprenditore Oliviero. Ha chiesto la revoca della misura anche Pasquale Santaguida
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Qualcuno si è avvalso della facoltà di non rispondere. Altri hanno reso interrogatori lunghi anche due ore. Gli ultimi due giorni sono stati dedicati agli interrogatori di garanzia degli indagati sottoposti a misure cautelari o interdittive nell’ambito del procedimento denominato Sartoria, incentrato su una serie di illeciti commessi per appalti che sarebbero stati cuciti su misura all’interno della Azienda universitaria Mater Domini e dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro.
Lo scorso 3 luglio il gip Gilda Danila Romano ha comminato misure cautelari agli arresti domiciliari e 13 sospensioni dall'esercizio di uffici e servizi pubblici in seguito a all’inchiesta della Guardia di finanza di Catanzaro.
Gli indagati devono rispondere a vario titolo di corruzione, concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico, abusiva introduzione in sistema informatico ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, poste in essere anche a vantaggio di plurime società nei confronti delle quali è stata ipotizzata la rispettiva responsabilità amministrativa.
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Giuseppe Lucio Cascini, professore ordinario di Diagnostica per immagini, destinatario della misura dei domiciliari e dell’interdizione, presunto referente del sistema di presunte gare (e concorsi) addomesticati.
Ha risposto al gip ed è stata reintegrata nel suo ruolo all’interno dell’Umg, Gennarina Arabia, difesa dall’avvocato Francesco Gambardella. L’indagata risponde dei reati di falso ideologico e abuso d’ufficio.
Ha reso un lungo interrogatorio, circa due ore, Nicola Arena, responsabile tecnici di laboratorio dell'Ao "Pugliese Ciaccio" e membro della commissione tecnica di gara, accusato di turbata libertà degli incanti, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, concussione. Tramite il suo legale, Pino Pitaro, è stata chiesta al giudice la revoca della misura.
Ha risposto al gip anche Pasquale Santaguida, addetto alla struttura Provveditorato -Economato e Gestione Logistica e di Rup, accusato di truffa, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Anche lui, assistito dall’avvocato Pietragalla, ha chiarito la propria posizione e chiesto la revoca della misura.
Ha risposto al gip un altro uomo chiave di questa inchiesta, Ciro Oliviero, rappresentante legale della Holyver Diagnostics e agente di commercio della Siemens Healthcare srl. Ha chiarito la propria posizione, assistito dall’avvocato Enzo Ioppoli. È accusato di tre ipotesi di turbata livertà degli incanti, quattro ipotesi di truffa, corruzione, rivelazione di segreto professionale.
Nel corso del pomeriggio di ieri sono stati sentiti dal gip anche Adolfo Siciliani e Pasquale Minchella. Siciliani all’epoca dei fatti direttore dell'U.0.C. Radiologia dell'Asp di Crotone, difeso dall’avvocato Napoli. Siciliani è accusato di truffa, corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti.
Minchella, direttore facente funzioni del laboratorio di Virologia e Microbiologia dell'Azienda ospedaliera "Pugliese Ciaccio" di Catanzaro, assistito dall’avvocato Francesco Iacopino, è accusato di turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreto professionale, accesso abusivo a un sistema informatico.