Il nome di Giuseppinà Saccà tra gli 11 che hanno già superato il primo step di selezione. La nomina dovrà essere deliberata proprio dall'Ufficio di presidenza
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Il presidente Mimmo Tallini ha un nuovo problema. Una potenziale grana per il vertice dell’assemblea legislativa calabrese, dopo quella dell’abortito tentativo del Consiglio regionale di reintrodurre i vitalizi, che questa volta per il politico di Forza Italia sembra frutto del fuoco amico, addirittura partito dalla scrivania accanto.
Esattamente quella del suo portavoce, Gaetano Stagno, che gli potrebbe creare qualche imbarazzo perché la moglie di lui – la psicologa Giuseppina Saccà – concorre per una nomina di alto profilo che dovrà deliberare l’Ufficio di presidenza, nei cui ambienti bazzica stabilmente il marito per lavoro. Non un incarico di poco conto, quello per l’ambitissima guida dell’ufficio del Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Calabria, a cui aspira la consorte del principale collaboratore di Tallini, che ha già superato una prima selezione dopo l’invio della domanda e la verifica dei requisiti.
A dire che la dottoressa può aspirare è stato, come prevede la legge, l’Ufficio di presidenza – ovvero l’organo istituzionale a 3 guidato da Tallini – che ora vive il disagio di una selezione che, politicamente, potrebbe rivelarsi un boomerang. Niente di illecito, ovviamente; la professionista catanzarese partecipa ad un bando pubblico e, secondo chi ha esaminato la sua biografia – ovvero l’ufficio guidato dal “datore di lavoro” del marito - ha i requisiti per diventare Garante; ma l’avvenuta pubblicazione dell’elenco degli ammessi sta facendo germogliare più di un dubbio sull’opportunità di quello che – in caso di nomina finale del “migliore” - gli oppositori di Tallini avrebbero gioco facile a denunciare come un ulteriore “premio fedeltà”.
Il nome della Saccà è compreso tra quelli degli esperti che hanno superato questo primissimo step. Più che una corsa per la poltrona, un assalto alla carica quello che fin qui ha visto la moglie di Stagno indossare i panni della superstite eccellente. Erano ben 72 gli aspiranti che si sono autodichiarati competenze nel prolungato lavoro a contatto con minori, e per soli 11 di loro i verificatori non hanno agitato la mannaia della bocciatura. “Non rilevabili 10 anni di attività”, è la formula scelta per bollare i curriculum esclusi, e tra questi figurano anche degli insospettabili: speravano nella nomina anche Ugo Massimilla e Giuseppe Strangio, avvocati, Capo di gabinetto rispettivamente dei presidenti Irto e Bova nelle stagioni del centrosinistra.
Tra chi invece ha superato il primo scoglio ci sono il Garante uscente, Antonio Marziale – che fu nominato nella scorsa legislatura a guida centrosinistra - e l’ex presidente della commissione regionale Pari opportunità, Giovanna Cusimano che ha un trascorso nelle fila di Forza Italia che Tallini non ha considerato pregiudizievole, visto che la legge impone che chi ricopre il ruolo di difensore dei Minori non abbia avuto esperienze politiche in tempi ravvicinati.
Stando all’altissimo numero degli esperti non ritenuti tali dall’Ufficio di presidenza, si potrebbe dedurre che anche in questo caso nel sottogoverno calabrese “presentare il curriculum faccia curriculum”, o che, nel caso della professionista e moglie dell’attuale Portavoce – esaminata da un esaminatore molto particolare – candidarsi non costa nulla (politicamente).