È stata riaperta già questa notte la galleria della Limina, lungo la strada Jonio Tirreno, che era stata chiusa ieri sera a causa della caduta di calcinacci. Parti di calcestruzzo si erano infatti staccati dalla parte esterna della galleria, lato jonico. Solo un caso che in quel momento non passasse nessuno e, così, questa tragedia sfiorata oggi riaccende il dibattito che ha tenuto banco nei mesi scorsi.

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La galleria, infatti, lunga tre chilometri e mezzo, è stata al centro di una lunga vicenda iniziata a maggio, quando l’Anas aveva disposto una chiusura totale del tunnel per «lavori urgenti e improcrastinabili», prima posticipati a settembre «per non compromettere la stagione estiva» e poi rimandati a gennaio, come annunciato dal governatore Occhiuto. Lavori, si era stimato, per la durata di 20 mesi.

I lavori necessari e la viabilità alternativa

Dal canto suo l’Anas ha fatto sapere a suo tempo dopo alcuni sopralluoghi che non esisteva il rischio di un crollo imminente della galleria. Si tratta però di lavori, per un costo complessivo che si aggira attorno ai 50 milioni di euro, necessari per garantire la sopravvivenza del tunnel. Lo spettro di un lungo isolamento comincia ad aleggiare sui comuni della Locride, soprattutto alla luce delle sole due alternative al momento percorribili: la Sp5 che collega Mammola al territorio della Piana lunga circa 12 chilometri su strade di montagna che non potrebbe supportare l’enorme mole di traffico che attualmente viaggia sulla Jonio-Tirreno e la storica Sp1, l’antica strada di collegamento tra Locri e Gioia Tauro che passa attraverso l’altopiano dello Zomaro.

La proposta della Metrocity

In mezzo a tante parole e zero fatti, soprattutto in materia di messa in sicurezza della viabilità alternativa, l’unica proposta concreta e mai presa in considerazione è stata avanzata dalla Metrocity, la cui assemblea lo scorso settembre ha approvato un documento con contestuale richiesta di finanziamento per la realizzazione di un bypass per aggirare l’attraverso della galleria Limina in vista della sua possibile totale chiusura. «L’ipotesi progettuale che si propone quale percorso alternativo di servizio in caso di interruzione viaria della Jonio-Tirreno – si legge nella relazione tecnica stilata dal dirigente del settore Lorenzo Benestare – è quella di utilizzare in parte, sul versante tirrenico, la viabilità presente costituita dalla SP5 e dalla SP 35dir per circa 8,5 km e completare il bypass sul versante ionico con un nuovo tratto».

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Mentre i sindaci hanno chiesto al Governo provvedimenti urgenti e straordinari sul modello di quanto accaduto a Genova qualche anno fa dopo il crollo del ponte Morandi, la Regione, sentito il Ministero, con l’ok dell’Anas ha optato per il male minore, confermando la fattibilità della soluzione tecnica per cui l’intervento sul rivestimento della galleria Limina potrà essere condotto tramite tecnologie che consentiranno di eseguire i lavori soltanto nelle ore notturne. Fino al colpo di scena di ieri sera che, verosimilmente, a questo punto potrebbe accelerare le procedure per l’allestimento del cantiere. Adesso la palla passa all’Anas. Tenerla aperta in assenza di alternative valide e credibili o anticiparne la chiusura?