Una prima bozza dell’ossatura della costituenda azienda integrata Dulbecco è già stata partorita prima della pausa ferragostana. Si lavora ormai a tappe forzate e parallelamente su due distinti tavoli per non sforare il cronoprogramma previsto dalla legge regionale. E così se la stesura del protocollo d’intesa – che farà da cornice al processo di fusione – sarà pronta all’indomani dell’appuntamento elettorale, anche la geografia delle unità operative inizia a delinearsi con maggiore concretezza.

Primariati

Il criterio preso a modello ricalca quello pensato dall’ex commissario, Massimo Scura, colui il quale era riuscito a spingersi più avanti nel processo di integrazione prima del brusco arresto. Le unità operative che hanno maggiore possibilità di sopravvivenza all’atto della fusione saranno quelle che hanno in carica il primario rispetto a quelle guidate da facenti funzioni o per le quali non si è proceduto a rinnovarne i vertici attraverso i concorsi pubblici.  

Posti vacanti

Procedendo con un simile criterio, tuttavia, a perdere più unità potrebbe essere il policlinico. Secondo i dati contenuti nell’ultimo verbale di verifica del piano di rientro, è proprio l’azienda universitaria ad avere infatti il maggior numero di caselle scoperte. Secondo una rilevazione condotta nel marzo scorso il Mater Domini ha nove posizioni vacanti tra i direttori di struttura complessa (e zero procedure in itinere) contro le quattro posizioni vuote dell’azienda ospedaliera (con tre procedure in itinere).

Il nuovo corso

Ma il tavolo condotto dal commissario di Azienda Zero, Giuseppe Profiti, sembra voler privilegiare un iter meno divisivo, all’origine in passato dell’affondamento della procedura. Si opterà così per una strada diversa che consentirà il mantenimento in vita di un maggior numero di unità operative rispetto a quelle previste finora.

La carta della deroga

È infatti nelle linee guida per la stesura degli atti aziendali varato con il decreto del febbraio 2021 che si fissa in 62 il numero di unità operative complesse della costituenda azienda unica Dulbecco, contro le attuali 86 (41 in capo all’azienda ospedaliera e 45 in capo all’azienda universitaria). L’escamotage risiede nell’accedere ad una serie di deroghe anche in considerazione del fatto che l’università di Catanzaro, per ora, è l’unica a possedere la facoltà di Medicina e quindi sede delle scuole di specializzazioni.

Prime sforbiciate

In tal modo, da 62 unità operative complesse si conta di poter arrivare a mantenerne una settantina per garantire il giusto equilibrio tra assistenza e formazione. Reparti ospedalieri potrebbero continuare a convivere gomito a gomito con quelli universitari. Certamente una sforbiciata potrebbe avvenire in una prima fase, soprattutto tra quelle unità che non sono rette al momento neppure da un facente funzioni, per poi – in capo ad un triennio – chiudere il cerchio facendo leva su pensionamenti o naturale scadenza dei contratti dei direttori di strutture complesse.