Cresce il malessere e anche la fronda interna con una pressione direttamente proporzionale all’accelerazione di recente subita dal processo che vede le due aziende catanzaresi ormai prossime all’integrazione. L’adozione in rapida sequenza di ben due atti deliberativi propedeutici alla nascita dell’azienda unica Renato Dulbecco ha probabilmente tradito l’aspettativa generale di avere a disposizione ancora qualche margine di manovra.

La raccolta firme

E invece l’avvio di una ricognizione interna per aree funzionali dapprima solo amministrative e poi anche sanitarie ha portato a galla i bollori di quanti percepiscono il processo di integrazione come una sorta di retrocessione o penalizzazione degli assetti ospedalieri a tutto vantaggio di quelli universitari. Insomma, una vecchia storia che si ripete ma questa volta alle mere enunciazioni di principio ha fatto seguito anche l’azione. O più precisamente la raccolta firme.

Il protocollo nel mirino

Una iniziativa che prende le mosse da aree ben precise dell’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio, ma non solo, che hanno già inquadrato come particolarmente lesivi alcuni passaggi del protocollo d’intesa. Nel mirino è infatti finito il documento già siglato dal presidente della Regione e dal rettore dell’Università Magna Grecia e che attende ora solo la pubblicazione sul Burc per divenire efficace a tutti gli effetti.

Il ricorso al Tar

La raccolta firme, almeno nelle intenzioni, sarebbe infatti propedeutica al deposito di un ricorso al Tar volto ad impugnare il protocollo d’intesa per ottenere, almeno in tempi stretti, una sospensiva dell’efficacia dell’atto. Il termine di quindici giorni – contenuto nelle delibere di recente licenziate dai due commissari – per redigere una relazione da consegnare nelle mani del presidente della Regione avrebbe infatti imposto una parallela accelerazione a manovre di segno opposto. E c’è chi giura che già la prossima settimana potrebbero esserci “sorprese”.