Alcuni manifestanti ospitati nel Cas hanno occupato la carreggata, ma sono stati fatti allontanare dalle forze di polizia
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Al centro di accoglienza per migranti di Fuscaldo la situazione è tutt'altro che sotto controllo. Gli ospiti chiedono incessantemente maggiori diritti, ma soprattutto lamentano l'insofferenza all'isolamento a cui sono sottoposti. Tra loro ci sono cinque positivi al Covid e per sicurezza, dal momento che condividono lo stesso stabile, sono stati tutti posti in quarantena. Ma le lamentele, che vanno avanti da giorni, questa mattina sono sfociate in una breve ma intensa protesta, che ha visto alcuni migranti occupare la strada statale 18 con valige e oggetti ingombranti.
Sul posto sono arrivate subito le forze dell'ordine e i manifestanti, tra cui una donna in gravidanza, hanno subito sgomberato l'area, ma la preoccupazione rimane. La situazione difficile, e una comunicazione forse non del tutto adeguata, potrebbe ancora innescare sentimenti di rabbia, come già accaduto ad esempio ad Amantea, dove i migranti nelle scorse settimane hanno dato vita a numerosi scontri.
Il focolaio di Fuscaldo
A Fuscaldo i casi Covid sono saliti a 11, di cui soltanto 5 riconducibili ai giovani occupanti dei centri di accoglienza. Il sindaco Gianfranco Ramundo invita alla calma ma tra il malcontento generale e lo spettro di un disastro economico all'orizzonte, la gestione della situazione si fa sempre più complicata. Istituire nuovamente una "zona rossa", che al momento non è in agenda, significherebbe isolare nuovamente la cittadina e mandarla al tracollo finanziario.
Il primo cittadino, per questo, chiede con veemenza il rispetto delle norme igieniche e delle distanze di sicurezza, ma tra chi sottovaluta la portata dell'evento ignorando le disposizioni e chi nega del tutto la pandemia, ogni giorno la situazione si fa sempre più drammatica.