Pioggia di esposti in Procura sul caso dei furbetti del vaccino. Da Corigliano-Rossano a Vaccarizzo, in molti denunciano ipotesi di favoritismi a danno dei soggetti “fragili”. A Vaccarizzo si nutrono forti sospetti ed anomalie  circa la gestione della somministrazione del vaccino anti Covid-19, inoculate in data 19 marzo scorso presso il locale centro vaccinale. A formalizzare un esposto è il gruppo consiliare di minoranza “Angelo Corrado, Comune Amico” (Angelo Corrado, Angelo Fusaro, Giuseppe Ferraro) depositato presso la Procura del Pollino tramite il Comando dei Carabinieri della stazione di San Giorgio Albanese.

«Rammentiamo come sia assolutamente immorale e privo di alcun senso civico chi si fosse sottoposto alla vaccinazione scavalcando il proprio turno», dicono in una nota i rappresentanti consiliari sottolineando le parole del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, generale Figliuolo, il quale aveva specificato come le dosi avanzate siano da destinare agli anziani in base al piano vaccinale e devono riguardare gli ottantenni e i settantenni con patologie.  Sul fronte corissanese l’impianto delle accuse muta di poco. Anziani in attesa di vaccino mentre sotto la voce “altro” si celano nominativi che rispondono ai criteri degli amici degli amici. I firmatati di una specifica denuncia (Daniele Torchiaro, Albero Laise, e altri) rilevano situazioni inspiegabili relativamente alla mancanza delle seconde dosi programmate per ieri (6 aprile) e l’inaccessibilità di avere informazioni certe per quel che riguarda una categoria specifica: i soggetti fragili (anche ultraottantenni) impossibilitati a muoversi dal loro domicilio.

Vaccino ai non aventi diritto

«Abbiamo provveduto prima a segnalarli ai medici di famiglia- affermano in un documento - che in un primo momento sembravano dover gestire la loro vaccinazione in accordo con Asp e Adi, poi alla prenotazione sulla piattaforma telematica. Su quest'ultima, a prenotazione accettata, compariva la dicitura "verrete contattati dall'Asp d'appartenenza". In realtà nessuno, fino ad oggi, ha provveduto a contattare chicchessia. Abbiamo anche provato a chiedere chiarimenti ai vari uffici ma sembra impossibile poter aver una risposta certa o, almeno, l'indicazione di una procedura da seguire. Ci è stato detto di provare a chiedere informazioni ai centri vaccinali ovvero di portare i nostri cari li per provare a inserirli tra le cosiddette "riserve" ma è impossibile inserirli negli elenchi "prenotati" ed è impossibile portarli in loco avendo almeno la sicurezza che, una volta trasportati - operazione alquanto complicata e onerosa in alcuni casi (necessita l'ambulanza) - non vi sarebbe la garanzia di trovare, in coda, la dose "avanzata"». I firmatari dell’esposto in procura contestano «la scelta di mettere in coda i soggetti più vulnerabili che, per via della loro situazione di "grave invalidità" sono costretti, loro malgrado, ad avere un costante contatto con il mondo esterno per via della loro condizione».

Tanti gli interrogativi posti, fra tutti emerge quello più fastidioso: «Perché più soggetti non rientranti nelle categorie a rischio hanno ricevuto le vaccinazioni? Su quest'ultimo punto occorre un immediato intervento della Procura della Repubblica, ed a questo proposito abbiamo presentato diversi esposti ed altri siamo disponibili a presentare, affinché si acceda agli elenchi dei cittadini vaccinati ed accertare il loro diritto ad averli avuti presso gli studi medici, gli ospedali ovvero i centri vaccinali».