VIDEO | Avrebbero presentato false dichiarazioni dei redditi utilizzando fatture per operazioni inesistenti
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La Guardia di Finanza di Vibo Valentia ha notificato un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vibo Valentia, Marina Russo, nell’ambito di un procedimento penale a carico di 5 persone indagate, a vario titolo, per reati tributari.
Le fiamme gialle hanno accertato fraudolenti dichiarazioni dei redditi, relative agli anni d’imposta dal 2011 al 2018, attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini, dirette dal Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo e dal sostituto Concettina Iannazzo, eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Vibo Valentia, guidato dal Maggiore Giuseppe Froio, hanno preso in esame una complessa, insidiosa ed articolata frode fiscale ideata dal principale indagato, a carico del quale il Giudice ha imposto il divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per un anno, nella sua qualità di rappresentante legale di una società a responsabilità limitata operante a Vibo Valentia nel settore della installazione di impianti di telecomunicazione ed elettronici.
Le fatture false
Le attività investigative sono scaturite dalle risultanze emerse a conclusione di una verifica fiscale eseguita dal Reparto, nei confronti della stessa società, finalizzata all’acquisizione e reperimento degli elementi utili all’accertamento delle imposte dovute ed alla repressione delle violazioni tributarie amministrative e penali. Nel corso del controllo, i finanzieri hanno scoperto un complesso meccanismo di frode, volto a consentire l’evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti emesse da imprese qualificabili come “cartiere”, create dal rappresentante legale della società sottoposta a verifica. Infatti, nell’ambito degli accertamenti svolti, è stata rilevata l’esistenza di un’unica realtà imprenditoriale costituita da 6 soggetti economici: 2 società s.r.l.; 2 cooperative; 1 ditta individuale; 1 società estera con sede in Romania, tutte riconducibili all’ideatore del sistema, che ha consentito alla società oggetto di verifica di realizzare, indebitamente, una maggiore deduzione di costi e detrazione di imposte.
Nel corso della verifica, i finanzieri hanno effettuato approfonditi accertamenti nei confronti di una società di diritto rumeno, creata ad hoc dal principale indagato come cartiera, utilizzata per emettere ulteriori fatture false per un importo di circa 350.000 euro. Complessivamente, l’attività di servizio ha consentito di accertare l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un importo di 3.100.000 euro, l‘utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un importo di 3.000.000 euro, con la denuncia alla locale A.G. di 5 soggetti, per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e di emissione di fatture per operazioni inesistenti, quantificando il profitto della frode in 844.000 euro, sottoposti a sequestro in data odierna, a carico delle imprese coinvolte nella frode e dei rispettivi legali rappresentanti in carica all’epoca dei fatti.
Gli indagati
-S.V.M., legale rappresentante di due società S.r.l. e titolare di una ditta individuale;
–S.L., legale rappresentante pro-tempore di una società cooperativa;
–G.D., legale rappresentante pro-tempore di una società cooperativa;
–T.R., legale rappresentante pro-tempore di una società cooperativa;
-T.A., legale rappresentante pro-tempore di una società cooperativa.