Nel comune arbereshe da inizio anno si è registrata un'impennata di contagi. Il sindaco Catapano: «Non cerchiamo responsabili, vogliamo solo tutelare la popolazione»
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La curva del contagio ha subito un'impennata cosi repentina che la decisione di decretare la zona rossa è stata «sofferta» ma inevitabile. Lo afferma Angelo Catapano, il sindaco di Frascineto, che nel secondo giorno di lock down totale per la piccola comunità arbereshe del Pollino fa il punto sul numero di contagi: 31 in soli sei giorni dall'inizio del nuovo anno, dopo essere stati per quasi un mese Covid free.
La decisione di procedere a misure più restrittive si è resa «necessaria» per «salvaguardare la salute di tutti i cittadini». Il provvedimento in vigore fino al 17 gennaio è arrivato dopo «l'esplosione improvvisa di casi» che, per una piccola comunità di circa duemila abitantim hanno rappresentato un incremento sostanziale che ha fatto scegliere la chiusura di scuole, attività commerciali soprattutto bar e ristoranti, per evitare di generare assembramento e contatto tra le persone al fine di «tutelare in maniera più chiara e precisa il propagarsi di questa ulteriore pandemia in maniera più esponenziale».
Evitare che la gente circoli
Si guarda al contagio interno ma anche a ciò che sta accadendo attorno a Frascineto, con il focolaio si spera ora rientrato e circoscritto di Castrovillari che ha influenzato la crescita di casi nella cittadina arbereshe. La necessità primaria è «evitare che la gente circoli in maniera impropria e veda tanta gente se non per i servizi che sono necessari ed essenziali per la famiglia: fare la spesa, andare in farmacia, visite mediche o per lavoro» spiega Catapano che dal suo ufficio nel palazzo di città, continua con i suoi più stretti collaboratori a monitorare l'evoluzione del contagio tra la popolazione.
La decisione «sofferta» della zona rossa ha messo ancora più in «difficoltà le già precarie condizioni di tutte le attività che quest'anno hanno lavorato molto poco» ammette il Sindaco di Frascineto ma questo «deve farci riflettere sul fatto che i comportamenti delle persone devono essere sempre consoni a quello che è lo stato di emergenza che sta vivendo il nostro Paese, la Calabria e la mia comunità». Il provvedimento così drastico non è stato fatto per «andare a trovare responsabili o colpevoli, non è questo il senso della zona rossa, a noi questo poco ci importa» spiega ancora Catapano.
Un paese deserto: la gente ha paura
«Chiediamo solo alle persone che sono risultate positive di dirci o di dire alle autorità competenti quelli che sono stati i propri contatti per avere un tracciamento completo e stare nella massima serenità e sperare che questo momento passi e si possa tornare alla normalità e all'avvio delle attività scolastiche e lavorative». La gente ha paura e basta fare un giro tra le strade della piccola cittadina per capire che nessuno si muove e tutti sono confinati nelle case. Lo stato di allerta ha generato preoccupazione e si spera che la situazione non diventi più pesante di quanto è già fino ad ora. Perciò l'appello del sindaco: «evitare di circolare, andare nelle case di parenti, se non sia strettamente necessario. Uscire il meno possibile» e presto tutto, si spera, tornerà ad alla normalità.