Il commerciante ucciso l’11 e gennaio e sua moglie erano in fase di separazione. Il figlio 21enne che ha confessato il delitto ha parlato di violenze del padre
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Sarebbe da ricercare in dissapori e contrasti familiari il movente dell'omicidio di Francesco Marando, l'ex commerciante ucciso l'11 gennaio scorso a Bovalino, per il cui omicidio stamani sono stati sottoposti a fermo due dei figli dell'uomo, Giuseppe, di 21 anni, ed un sedicenne. A riferirlo, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato Giuseppe nell'interrogatorio in cui ha confessato il delitto permettendo il ritrovamento della pistola usata. Il giovane avrebbe anche riferito di episodi di violenza ad opera del padre nei loro confronti e della madre. La coppia era in fase di separazione e Marando non viveva nell'edificio in cui è stato trovato il cadavere ma andava spesso a trovare i figli.
Dissapori familiari emersi anche in occasione dei funerali, celebrati sabato scorso. Nell'occasione, sui manifesti funebri, compariva, oltre ai nomi dei familiari della vittima, il solo nome di una figlia ma non della moglie e degli altri tre figli dell'uomo.
Le indagini dei carabinieri di Locri proseguono, proprio per stabilire quale sia stato il movente del delitto. Intanto, entro 48 ore, i due fratelli, assistiti dagli avvocati Enzo Nobile e Piermassimo Marrapodi, dovranno essere sentiti dal gip, rispettivamente del Tribunale di Locri e del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, nell'udienza di convalida.