La procura di Firenze sta notificando in queste ore l'avviso di chiusura delle indagini nell'ambito dell'inchiesta su presunte irregolarità nei finanziamenti a Open, la fondazione attiva tra il 2012 e il 2018 per sostenere finanziariamente l'ascesa e l'attività politica di Matteo Renzi, prima come sindaco di Firenze e poi come segretario del Pd.

Tra le 11 persone indagate figurano lo stesso ex premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi, l'ex ministra e attuale capogruppo di Italia Viva alla Camera Maria Elena Boschi, il deputato del Pd Luca Lotti, l'ex presidente della Fondazione Open Alberto Bianchi e l'imprenditore Marco Carrai.

Al senatore Renzi e i deputati Lotti e Boschi è contestato il reato di finanziamento illecito ai partiti, dal momento che la procura, tramite il procuratore aggiunto Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi, ritiene la Fondazione Open un'articolazione di partito. Sono indagate anche 4 società.

«La fine delle indagini sulla vicenda Open è realmente un’ottima notizia - commenta Renzi - Dopo due anni di incessanti indagini, perquisizioni giudicate illegittime dalla Cassazione, veline illegalmente passate ai giornali finisce il monologo dell’accusa. Finalmente arriva il momento in cui si passa dalla fogna giustizialista alla civiltà del dibattimento. E lì contano finalmente i fatti e il diritto. Alla fine di questa scandalosa storia emergerà la verità: non c’è nessun finanziamento illecito ai partiti perché tutto è bonificato e tracciato».

«La Leopolda - del resto - non era la manifestazione di una corrente o di una parte del Pd, ma -rivendica il leader di Iv - un luogo di libertà, senza bandiere e con tutti i finanziamenti previsti dalla legge sulle fondazioni. Quando il giudice penale vuole decidere le forme della politica siamo davanti a uno sconfinamento pericoloso per la separazione dei poteri. Loro vogliono un processo politico alla politica, noi chiederemo giustizia nelle aule della giustizia».

«Adesso Renzi - spiega il suo ufficio stampa - ha 20 giorni per chiedere di essere interrogato dal Pm Luca Turco. L’udienza per l’eventuale rinvio a giudizio è attesa nella primavera del 2022».

«Era ora che l'indagine arrivasse a conclusione, visto che durava da oltre due anni. Adesso la palla passa alla difesa. Secondo noi non c'è nessun tipo di reato. La Cassazione ha già messo qualche paletto, che renderà la partita interessante, avvincente e vincente» dice all'Adnkronos l'avvocato Federico Bagattini che con il collega Gian Domenico Caiazza difende Renzi.